Eccidio della Benedicta, tra memoria e dimenticanze

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L’80° anniversario dell’eccidio della Benedicta, con il suo tributo di 154 vite dal 6 all’11 aprile 1944, doveva unire tutti in un momento di riflessione. Invece, le reazioni e dichiarazioni rilasciate hanno messo in luce tensioni e disaccordi. Soprattutto per quanto riguarda il modo in cui il Comune di Genova ha gestito il ricordo di questi eventi. Le controversie svelano come la memoria storica sia ancora terreno di confronto, specialmente su come vengono ricordati i fatti e i loro protagonisti.

La posizione del Comune di Genova

Il Comune di Genova, attraverso le parole del Presidente del Consiglio comunale, Carmelo Cassibba, ha sottolineato l’importanza del ricordo e del dovere di memoria. Cassibba ha richiamato il dovere di non dimenticare le vittime e di imparare dalle lezioni del passato per costruire un futuro migliore. La sua enfasi sui valori di democrazia, giustizia e pace germogliati dal sacrificio delle vittime è stata chiara. Tuttavia, emerge una percezione di mancata specificità nel riconoscere apertamente le cause e gli autori dell’eccidio, una critica che diventa più evidente alla luce dei comunicati di Anpi e di Linea Condivisa.

Le parole di Carmelo Cassibba nella commemorazione dell’eccidio

«I martiri della Benedicta devono ricordarci il ruolo fondamentale che ha la memoria. È nostro dovere onorare coloro che hanno combattuto per noi e imparare dalle lezioni del passato per costruire un futuro migliore. Dal sacrificio di queste 154 vite sono germogliati i semi di democrazia, giustizia e pace: nostri beni primari. Non possiamo dimenticare: tutti coloro che possono e in primis le istituzioni hanno l’obbligo di tramandare il ricordo di quel tragico periodo della nostra storia, carico di dolore, di odio, di violenza, di sopraffazione e che ha visto il perpetrarsi di crimini contro l’umanità. Dobbiamo ricordare: perché chi dimentica non solo perde il suo passato, ma perderà anche il suo futuro».

Benedicta, la posizione di Anpi

Anpi ha espresso disappunto per quello che considera un tentativo del Comune di Genova di omogeneizzare il ricordo, senza puntare direttamente al cuore della questione. L’uccisione brutale di 154 persone non fu un tragico incidente, ma il risultato di azioni deliberate nell’ambito della lotta antifascista. Il comunicato di Anpi sottolinea come il fascismo, alleato del nazismo, sia stato responsabile di rastrellamenti, delazioni e morti. Un aspetto che sembra essere stato trascurato nella comunicazione ufficiale del Comune.

Alla Benedicta 154 persone non “persero la vita” Il comunicato di Anpi

Alla Benedicta 154 persone non “persero la vita”: furono uccise. Non morirono di polmonite, non finirono sotto a un camion i giovani renitenti alla leva rastrellati dai nazifascisti mentre cercavano di unirsi alle formazioni partigiane, ma vennero fucilati e massacrati intorno all’Abbazia, che fu fatta saltare in aria; non fu un caso, fu una voluta strage la fucilazione di 75 partigiani da parte dei Granatieri repubblichini comandati da un ufficiale tedesco.
Ma per il Comune di Genova, città – vogliamo ricordarlo ogni volta – Medaglia d’oro al Valor Militare per la liberazione di Genova compiuta dalle forze del Cln e dai genovesi stessi, l’eccidio della Benedicta, di cui domenica 7 aprile si è celebrato l’80° anniversario, non ha responsabili: la nota ufficiale del Comune riporta che alla Benedicta “persero la vita 154 persone”, ma ci si guarda bene dal nominare il fascismo, alleato del nazismo e protagonista sui territori dei rastrellamenti, delle delazioni, della morte di migliaia di persone che avevano scelto l’antifascismo. Il vero rischio è quello, citato dallo storico Antonio Gibelli, di far alzare la nebbia che tutto confonda, per nascondere le responsabilità di un fascismo il cui ricordo è troppo accarezzato da tanti politici della scena attuale: anche a Genova. Anpi non ci sta, le sue donne e i suoi uomini continueranno a diradarla quella nebbia, con il vento della storia e della memoria che non si nasconde. Quelle sono le radici della nostra repubblica, quelle sono le basi fondanti della Costituzione nata dalla Resistenza e nessuno potrà mai distorcerle o reciderle.

La critica di Linea Condivisa

Linea Condivisa critica la Giunta Bucci per una certa indifferenza percettibile nel ricordo dell’eccidio, indicando una mancanza di chiarezza rispetto ai valori dell’antifascismo. La preoccupazione è che questa indifferenza possa erodere i valori democratici alla base della Repubblica Italiana, soprattutto in un contesto politico che sembra sempre più incline a negare o minimizzare i sacrifici della Resistenza.

Il comunicato di Linea Condivisa

La Giunta Bucci dimentica la storia, decida da che parte sta.

Nei giorni scorsi si è celebrato l’80° anniversario dell’eccidio della Benedicta. Perpetrato durante l’occupazione nazista, la strage ha visto la morte di circa 150 partigiani e renitenti alla leva nell’area dell’Abbazia omonima.
Ancora una volta il Comune di Genova ha dimenticato la storia e si lascia trasportare dalla preoccupante retorica della destra oscurantista – commentano il Capogruppo di Linea Condivisa in Consiglio Regionale Gianni Pastorino e il Consigliere Comunale del Comune di Genova Filippo Bruzzone – Durante la celebrazione dell’eccidio il Comune di Genova dimentica ogni riferimento esplicito al fascismo, alla Resistenza e ai partigiani caduti. Vogliamo ricordare che tra il 6 e l’11 aprile 1944 i nazisti, aiutati da squadre fasciste della Guardia Nazionale Repubblicana, hanno preparato una vera e propria strage in quest’area tra Genova e Alessandria.
L’Amministrazione Comunale decida da che parte sta perché questa indifferenza verso l’antifascismo erode i valori democratici che sono alla base della Repubblica Italiana. O, forse, la Giunta Bucci ha già deciso da che parte stare: pensiamo da una parte ai silenzi in questa commemorazione e dall’altra ai finanziamenti stanziati proprio dall’Amministrazione (un milione e 750 mila euro) per il restauro del sacrario dei caduti della Repubblica Sociale Italiana al cimitero di Staglieno.
In un momento in cui il contesto politico e ideologico è sempre più impregnato di una retorica becera che nega i valori fondanti della nostra Repubblica chiediamo che l’Amministrazione Comunale faccia al più presto chiarezza. E, se questa Giunta ha ancora un briciolo di dignità, farebbe bene a fare chiarezza sulla vicenda quantomeno prima del 25 aprile
”.

Benedicta, l’importanza della memoria

Queste voci di critica sottolineano una tensione evidente tra il desiderio di commemorare e la necessità di riconoscere esplicitamente le responsabilità storiche. È indubbio che il Comune di Genova abbia il dovere di mantenere viva la memoria dell’eccidio della Benedicta, ma è altrettanto cruciale che questo ricordo sia accompagnato da un’analisi chiara e senza ambiguità delle cause e degli effetti di tale tragedia.

Il rischio è che una commemorazione priva di un chiaro riconoscimento delle responsabilità possa non solo svilire il sacrificio delle vittime ma anche permettere che le lezioni del passato siano dimenticate o, peggio, distorte. In un’epoca in cui i valori della Resistenza e della lotta al fascismo dovrebbero essere più vivi che mai, la chiarezza, l’integrità e la trasparenza diventano strumenti fondamentali per assicurare che il futuro sia costruito su basi solide e condivise, rispettose della verità storica e dei principi democratici.

Leggi anche: Venerdì 5 aprile Daniele Capezzone presenta a Genova il suo libro “E basta con ‘sto fascismo. Cari compagni, ci avete rotto…”

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