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Aggiornamenti sulla vicenda giudiziaria di due uomini sotto accusa per lo stupro di una donna a Genova che ai primi di marzo erano stati posti ai domiciliari: il pm Federico Panichi ha infatti impugnato la disposizione della giudice Silvia Carpanin facendo ricorso per trarre i due in arresto.
Secondo il pubblico ministero, i due uomini hanno abusato della vittima in preda a «istinti brutali e violenti», causandole anche lesioni permanenti. I fatti risalgono allo scorso settembre: la donna, una barista di 25 anni, decide di uscire a seguito di un litigio con il fidanzato (che vive fuori Genova e dopo la discussione torna a casa) e decide di passare la serata in un locale, dove incontra i due accusati.
Dopo uno scambio conviviale e un drink, i ricordi della donna però si fanno confusi. La 25enne si risveglia la mattina dopo in una casa a Sampierdarena senza sapere come ci sia arrivata ma con la sensazione che sia successo qualcosa di grave. In un primo momento decide di ignorare i dolori che prova ma, quando questi si fanno sempre più forti, decide di farsi visitare dopo quattro giorni all’ospedale Galliera, dove scatta immediatamente il protocollo per gli abusi.
Le indagini dei carabinieri per ricostruire lo stupro
Grazie in particolare ai filmati di alcune videocamere di sorveglianza, i militari riescono a identificare i due uomini (rispettivamente di 29 e 41 anni), che in un primo momento ricevono soltanto una denuncia.
Uno dei due, non contento, si presenta però sul posto di lavoro della donna minacciandola per convincere a ritirare la querela. La vittima, che è assistita dall’avvocata Elisabetta Gaibisso, scopre nel frattempo di aver subito lesioni permanenti a causa della violenza e non demorde.
I referti medici uniti alle minacce convincono il pm a chiedere così l’arresto. «I due hanno agito con istinti brutali», scrive infatti il gip, «compiendo atti di inaudita violenza sulla vittima. E potrebbero commettere nuovi comportamenti violenti e incontrollabili. Nonostante la gravità della condotta possono stare ai domiciliari».
Per i giudici del Riesame di Genova concordano che il carcere è la misura cautelare più adeguata e per i due uomini è scattato così l’arresto con l’accusa di stupro di gruppo e lesioni gravissime. L’inasprimento tuttavia non è ancora esecutivo e i difensori dei due, gli avvocati Igor Dante e Pierpaolo Bottino, hanno deciso di impugnare il provvedimento.
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