Questa settimana a Fuorigrotta, nel parco di Piazza Italia, è avvenuta una sparatoria in cui è rimasta ferita una donna di 49 anni incensurata che si trovava lì con la sua bambina di undici anni.
«Non mi sono accorta di nulla, nemmeno della ferita. Me ne sono resa conto dopo dal sangue che fuoriusciva dalla gamba», ha raccontato la vittima al Corriere della Sera, che per fortuna è stata subito soccorsa da alcuni amici che l’hanno aiutata a tamponare l’emorragia. In merito alla persona che le ha sparato, la donna ha dichiarato di perdonarlo: «So che non voleva colpire me, che lo ha fatto per errore. Penso che avrebbe potuto colpire un bambino, ai suoi genitori, al dolore che sentono».
Sparatoria di Fuorigrotta, il commento di Roberto Saviano
Secondo lo scrittore Roberto Saviano, che la sparatoria sarebbe nata nel corso di un inseguimento tra gli Esposito di Bagnoli e il clan Troncone. Le due famiglie si sarebbero conteste una piazza di spaccio.
Fuorigrotta, riflette Saviano, connette la zona popolare e quella borghese di Napoli: gli Esposito di Bagnoli vogliono occupare il quartiere che storicamente è “proprietà” dei Troncone e quanto è accaduto giovedì potrebbe essere visto, nella loro ottica, come un atto di liberazione.
Le due famiglie sono in crisi per motivi diversi: i Troncone sono in affanno dopo gli arresti di Vitale e Giuseppe, due uomini chiave dell’organizzazione criminale. Alcune intercettazioni telefoniche ambientali hanno intanto rivelato che il figlio del boss degli Esposito, Cristian, sarebbe scontento di come il padre Massimo, detto “lo scognato” (lo sdentato) sta gestendo gli affari. «Quell’indegno tiene i principi suoi, lo devo fare pezzo pezzo», avrebbe dichiarato il figlio lamentandosi per l’alleanza che gli Esposito hanno stretto con la famiglia Scognamillo, mettendo in allarme tutti i clan della zona ovest di Napoli.
La strana e preoccupante normalità della sparatoria a Fuorigrotta
Quello che dovrebbe lasciare perplessi, dice Saviano, è come la notizia sia passata quasi come ordinaria amministrazione, mentre se una sparatoria del genere in una qualunque altra città europea sarebbe stata sulle prime pagine dei giornali nazionali ed esteri.
«Invece è successo a Napoli dove, in qualche misura, la notizia è considerata ordinaria. Tutto normale, spari in un parchetto, alle 19.30 tra scivoli e altalene dove fino a poco prima giocavano bambini con genitori, nonni e babysitter. Ma davvero non genera scandalo che a Napoli, quando ancora c’è luce, davanti a tutti, senza paura, pudore e remore si possa aprire il fuoco?», si domanda lo scrittore diventato famoso con Gomorra. «Ma davvero è normale che alla luce del sole due clan si possano affrontare con armi da fuoco senza fregarsene nulla di chi lì ci vive?».
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