Food for profit sbarca a Genova, il documentario di Giulia Innocenzi che ti farà smettere di mangiare carne è finalmente arrivato nelle sale genovesi, visibile fino al 13 aprile nelle principali sale del capoluogo ligure tra cui Uci Cinema Fiumara.
Food for profit: cosa aspettarsi
Si tratta di un progetto lungo cinque anni e frutto di una grande inchiesta condotta dalla giornalista Innocenzi in cui ha messo il focus sui 400 miliardi di euro che in 7 anni l’Europa destina alla politica agricola comune e che dovrebbe quindi sostenere il reddito degli agricoltori ma invece la maggior parte di questi fondi è destinata a gruppi industriali e allevamenti intensivi, veri e propri lager animali, luoghi di dolore e di tortura ma non solo.
Il dramma degli allevamenti intensivi
Gli allevamenti intensivi sono un luogo finanziato dalle tasse dei cittadini e che contribuisce ad incrementare il livello di inquinamento ed il rischio di future pandemie. Senza contare che la carne che finisce poi nei nostri piatti e che proviene da quel tipo di allevamento è ovviamente dannosa e di scarsa qualità. Il rischio di future pandemie è invece facilmente spiegato dallo studio fatto durante il documentario riguardo l’antibiotico – resistenza-, un vero e proprio allarme sanitario: infatti all’interno di questi allevamenti, in cui le condizioni igieniche sono molto scarse, proliferano dei batteri ultra resistenti agli antibiotici. Questi batteri poi passano all’uomo che prova a curarli con gli antibiotici ma non funzionano più.
Innocenzi vuole tranquillizzare gli spettatori. Non ci saranno scene macabre e violente. I suoi collaboratori, che sono riusciti ad infiltrarsi negli allevamenti in Spagna, Germania, Italia e Polonia, hanno filmato ciò che accade all’esterno di questi luoghi.
Il 20 marzo la pellicola è stata anche presentata in Parlamento e qui Innocenzi e Pablo D’Ambrosi hanno esplicitamente chiesto lo stop dei sussidi pubblici agli allevamenti intensivi.
Food for profit: i dati di una strage di innocenti
Questo documentario casca a pennello con il periodo pasquale, un periodo intriso di ipocrisia e tradizione dove per celebrare la gioia e la rinascita si condannano a morte più di 375 mila agnelli solo in Italia. Numeri ridicoli se si pensa al consumo di carne nel mondo, ogni anno infatti sono più di 772 miliardi gli animali macellati, 100 volte l’attuale popolazione umana.
In questa strage di innocenti la maggior parte sono cuccioli: gli agnelli vengono macellati a 30 giorni di vita, i pulcini a 40/50 giorni, i tacchini dopo 100/140 giorni, i maiali a 6/12 mesi, i conigli dopo 90 giorni e i vitelli tra i 6 e i 24 mesi.
Senza contare il problema inquinamento, solo in Italia, secondo le indagini ISPRA, gli allevamenti intensivi sono causa del 75% di tutte le emissioni di ammoniaca in Italia.
Assumere una dieta vegetale consente di salvare la vita a 105 animali all’anno, è una scelta rispettosa dell’ambiente e della vita altrui oltre che avere molti benefici in termini di salute come testimoniato da innumerevoli dati scientifici.