Rischio crollo a Genova, 3 cedri attaccati da un parassita: impossibile salvarli

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Nel cuore del quartiere di Albaro e lungo la maestosa Scalinata Borghese, l’ombra dei cedri secolari non potrà più rassicurare i passanti. Due dei simboli verdi della città, testimoni silenziosi della sua storia, sono stati abbattuti di recente, lasciando un vuoto tangibile nell’immaginario collettivo.

L’operazione è stata necessaria per porre fine al rischio imminente di crollo che incombeva su di loro. La causa? Un nemico subdolo e silenzioso: il Phaeolus schweinitzii. Questo fungo, noto per il suo attacco radicale e la carie bruna che provoca sulle conifere, ha messo in pericolo la stabilità degli alberi, minacciando l’incolumità pubblica.

Secondo quanto dichiarato dal Comune di Genova e confermato da Aster, una squadra di tecnici agronomi ha individuato il fungo in questi magnifici esemplari. L’attacco alle radici ha reso le piante instabili, nonostante l’apparente vitalità della loro chioma verde. Un pericolo che non poteva essere sottovalutato, considerando l’età media degli alberi genovesi, pari a circa 40 anni, e le condizioni stressanti in cui molte di queste piante vivono, spesso confinate lungo le strade e in contesti urbanizzati.

La decisione di abbattere i cedri non è stata presa alla leggera. Associazioni e singoli cittadini hanno espresso la propria preoccupazione, ma l’urgenza di garantire la sicurezza pubblica ha prevalso. I tempi stringenti imposti dal pericolo imminente non hanno concesso spazio a ulteriori discussioni.

È un duro colpo per la città, che però guarda al futuro con speranza. I tre cedri di Albaro e quelli della Scalinata Borghese saranno sostituiti da nuove piante, ripristinando così il patrimonio verde della città. L’intervento è previsto per ottobre, un segno di rinascita e di impegno verso la conservazione del verde urbano, ma anche un monito a essere vigili e pronti a fronteggiare minacce invisibili come quella rappresentata dal Phaeolus schweinitzii.

Genova perde così due dei suoi guardiani silenziosi, ma la loro memoria continuerà a vivere nel tessuto della città, insieme alla consapevolezza che la cura e la protezione del verde pubblico sono responsabilità di tutti e a volte richiedono scelte difficili.

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