La Filarmonica Sestrese celebra Genova Città dell’Inno

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Grande evento mercoledì sera, 21 febbraio, al Teatro Carlo Felice, sia dal punto di vista concertistico che per il profondo significato civico.

La Filarmonica Sestrese, esibitasi al gran completo con i suoi 80 validissimi musicisti, in buona parte giovani, diretti dal Maestro Matteo Bariani, ha eseguito con somma perizia una nutrita e raffinata serie di brani, soprattutto contemporanei, con estremo successo di pubblico, celebrando così, sotto i migliori auspici, l’ingresso nel suo 180° anno consecutivo di attività.

E, con l’emozionante esecuzione, sia in apertura che in chiusura, del Canto degli Italiani (oggi noto come Fratelli d’Italia, il nostro Inno nazionale), composto nel 1847 da due immortali Genovesi, Goffredo Mameli (per gli alati versi) e Michele Novaro (per la straordinaria aria musicale), ha suggellato la formale dichiarazione di Genova Città dell’Inno.

La delibera comunale in tal senso, votata il 20 febbraio all’unanimità dal Consiglio, maggioranza e opposizione unite, ha concluso l’iter per questo ambito (e dovuto) riconoscimento alla Città di Genova, dopo il nulla osta della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio del Cerimoniale di Stato e per le Onorificenze, con avallo anche da parte del Quirinale.

Ora Genova ha diritto ad appellarsi ‘Città dell’Inno Nazionale’.

La Filarmonica Sestrese è il corpo bandistico che, fondato nel 1845, per primo eseguì il Canto degli Italiani, il 10 dicembre 1847, sul sagrato del Santuario di Oregina, a margine delle celebrazioni religiose del 101° scioglimento del voto fatto nel 1746 dalle autorità civili genovesi alla Madonna di Loreto affinché intercedesse per la liberazione della città dagli occupanti austro-piemontesi.

Evento che si realizzò proprio il 10 dicembre 1746 grazie al felice esito della famosa rivolta innescata il 5 dicembre 1746 da Balilla. In questa vittoriosa insurrezione del popolo genovese (una delle tante che la storia ricordi) si può forse cogliere il più risalente prodromo dello spirito risorgimentale, che oltre un secolo dopo porterà all’Unità dell’Italia e alla sua indipendenza da potenze straniere.

Secondo le cronache dell’epoca, il 10 dicembre 1847 sul piazzale del Santuario e nelle crêuze attorno si radunarono oltre 30.000 patrioti provenienti da tutta l’Italia (allora ancora disunita) per una rievocazione in chiave risorgimentale degli eventi di 101 anni prima. In questa cornice avvenne la prima esecuzione dell’Inno, da parte della Filarmonica Sestrese.

Si dovette trattare di un coro inusitato: migliaia di cantori, aiutati da fogli a stampa con il testo dell’Inno distribuiti fra i presenti, grazie all’intervento di patriottici tipografi genovesi.

Alla serata al Teatro Carlo Felice sono intervenuti anche, in rappresentanza del Sindaco Marco Bucci, l’assessore alle Tradizioni Paola Bordilli e il presidente del Consiglio comunale Carmelo Cassibba, che hanno sottolineato l’importanza per Genova del riconoscimento bipartisan del titolo di Città dell’Inno e il ruolo fondamentale della città e di tanti Genovesi nel processo risorgimentale.

Intenso il programma del concerto, che si è aperto con l’Ave Maria zeneize per violino e orchestra di fiati di Agostino Dodero, al quale ha dato il suo magico apporto al violino il Maestro Eliano Calamaro.

Quindi è stata la volta, con le stentoree voci di Elisabetta Isola e Silvano Santagata, del Brindisi dalla Traviata di Giuseppe Verdi (di cui ricorre il 210° anniversario dalla nascita) e di una prima assoluta a livello nazionale: El Jardin de Las Esperides, poema sinfonico in quattro quadri per banda sinfonica di Josè Suner-Orio.

Infine la Filarmonica ha deliziato il pubblico con la lunga esecuzione di una riedizione speciale della suite della saga cinematografica di Guerre stellari di John Williams

A significare l‘adesione dei Genovesi al riconoscimento di Genova Città dell’Inno, più che le vane parole, valgano visione e ascolto dell’esecuzione finale della Filarmonica Sestrese, accompagnata in coro dal folto pubblico presente al Teatro Carlo Felice.

Marco Bonetti

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Info Marco Bonetti

Marco Bonetti
Nato a Genova (1961), funzionario e avvocato presso una grande azienda pubblica genovese da troppi decenni, ha sempre parallelamente coltivato la cultura umanistica in varie declinazioni. È redattore, per diletto, dal 1994 del Gazzettino Sampierdarenese, sul quale pubblica mensilmente articoli culturali divulgativi, specie su temi storici e linguistici, soprattutto relativi a Genova e alle altre aree di influenza ligure nel mondo, ma anche su questioni di politica sociale (specialmente in campo sanitario) e di vario genere cronachistico. Appassionato di Enigmistica Classica, collabora come autore alle Riviste specializzate del settore (per abbonati). Dal 2020 collabora con l’Unione Giornalisti e Comunicatori Europei (UJCE), di cui è membro dal 2021, anche come consulente storico e divulgatore. Nel 2021 la sua trattazione "Genovese e monegasco: due tradizioni a confronto" è stata pubblicata negli Atti del XVI Colloquio Internazionale dell'Accademia delle Lingue Dialettali del Principato di Monaco (tenutosi nel 2019). Il 21 settembre 2022 (Giornata mondiale della Pace) l'UJCE gli ha conferito il Premio giornalistico Steli di Pace per la sua attività nel campo della stampa locale.

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