Navalny, continuano le polemiche sulla morte. La moglie si fa avanti come erede politica

Navalny, i dubbi sulla morte. La moglie si fa avanti come erede politica

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Le opposizioni in Russia e in Occidente continuano a chiedere trasparenza sulla morte del dissidente Aleksej Navalny. Non convince la prima dichiarazione di “trombosi” spontanea, anche per i lividi testimoniati da chi ha visto il corpo, un diritto che per ora rimane negato alla famiglia e ai legali del dissidente.

Quattordici giorni di attesa, prima di poter vedere il corpo del figlio seppellirlo: ha ricevuto ieri questa comunicazione la madre di Aleksej Navalny. Una decisione, sembra, per eseguire imprecisati “esami chimici” che dovrebbero accertare le cause della morte del dissidente russo durante la detenzione in Siberia.

A rendere pubblica la notizia il portavoce di Navalny, Kira Yarmysh, che ha aggiunto che alla madre e all’avvocato del deceduto è stato impedito per ben due volte in tre giorni di entrare nell’obitori dell’ospedale di Salekhard dove si trova la salma. Secondo Yulia Nalvanaya, questa decisione sarebbe un altro tentativo di mentire «meschinamente attendendo quando svaniranno le tracce dell’ennesimo Novichok di Putin».

La vedova di Navalny ha pubblicato un video di otto minuti diventato subito virale in cui ribadisce le accuse al regime di Putin e le responsabilità sulla morte del marito, facendo riferimento ai tentativi passati di assassinare lo stesso Navalny che altri oppositori. Tra i casi citati anche la morte di Serghei Skripal – ex-spia che aveva scelto di passare in occidente – e di sua figlia, uccisi col veleno in Gran Bretagna nel 2018.

La vedova raccoglie l’eredità politica di Navalny

Oltre a chiedere giustizia e trasparenza sulla morte di Aleksej Navalny, la vedova si è detta pronta a continuare il lavoro politico del dissidente, desiderando di vuoler costruire una Russia come la immaginava lui, «piena di dignità, giustizia e amore. Continuerò il suo lavoro, continuerò a lottare per il nostro Paese, e vi invito a stare accanto a me».

Yulia Nalvanaya, che in questi giorni si trovava in Germania per la conferenza di Monaco, ha visitato anche a Bruxelles, dove ha incontrato il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.

La donna si è impegnata a «scoprire certamente chi di preciso e in quale preciso modo ha eseguito il crimine, faremo i nomi e faremo vedere le facce». E nel frattempo Ovd-Info (l’organizzazione russa per la tutela legale dei detenuti) ha lanciato una petizione digitale per chiedere la pronta consegna del corpo alla famiglia. L’iniziativa, secondo la ONG, avrebbe raccolto oltre 60.000 adesioni. Ovd-Info è stata tra i primi soggetti a parlare apertamente di omicidio in carcere.

Dal canto suo, il Cremlino nega di avere responsabilità o competenze sul fermo della salma di Navalny e che le tempistiche date alla famiglia sono normale amministrazione per compiere tutte le indagini dovute. Dmitry Peskov, portavoce di Vladimir Putin, ha definito rozze e infondate le accuse rivolte al Presidente russo dai Paesi occidentali.

Manifestazioni per Navalny anche in Italia

Intanto ieri sera a Roma si è tenuta una fiaccolata in omaggio ad Aleksej Navalny e in sostegno dei dissidenti di Vladimir Putin – oltre 400 persone sono già state arrestate in Russia durante manifestazioni per chiedere la verità sulla morte del politico di opposizione.

Presenti in piazza tutte le forze parlamentari e non sono mancate le polemiche. Sotto accusa i parlamentari della Lega – in particolare il capogruppo in Senato, Massimo Romeo. Ci sono stati fischi e cori di contestazione, ricordando le molte dichiarazioni riconducibili a questo partito sull’affidabilità e serietà incarnate da Vladimir Putin. Romeo rivendica la libertà a manifestare e che, pur non sapendo cosa sia davvero avvenuto in Russia, commenta «è chiaro che il pensiero va a qualcosa di molto negativo, il sospetto è venuto anche a noi», e incalzato dai cronisti, aggiunge «che il leader dell’opposizione finisca per essere assassinato è una cosa vergognosa e grave»

Tra le fiaccole presenti anche i segretari di Cgil e Cisl, Maurizio Landini e Luigi Sbarra. Alla manifestazione hanno partecipato anche i diplomatici di 35 Paesi, tra cui tutte le ambasciate dei membri Ue più 8 delegazioni extracomunitarie, compresi gli USA.

A Genova intanto ieri la Digos ha identificato una cittadina italiana di origini russe per aver deposto un mazzo di fiori, una candela e una foto di Aleksej Navalny davanti al consolato russo (in via Ghirardelli Pescetto a Nervi). Un atto dovuto, secondo fonti vicine alla questura, sebbene la donna si sia limitata a lasciare gli oggetti e a raccogliersi in un momento di preghiera.

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Info Laura Casale

Laureata in Comunicazione professionale e multimediale all'Università di Pavia, Laura Casale (34 anni) scrive su giornali locali genovesi dal 2018. Lettrice accanita e appassionata di sport, ama scrivere del contesto ligure e genovese tenendo d'occhio lo scenario europeo e internazionale.

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