San Giovanni Battista Chiostro
Foto di Walks in Rome.com

San Giovanni Battista dei Genovesi: la chiesa e il chiostro

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Accanto all’ospizio di San Giovanni Battista dei Genovesi, nato a Trastevere sul finire del XV secolo per volere del nobile genovese Meliaduce Cicala, negli stessi anni venne costruita una chiesa, anch’essa dedicata al patrono della città ligure. Il luogo era destinato alla comunità di marinai e commercianti che da Genova approdavano al porto di Ripa Grande sul Tevere e ai pellegrini genovesi che visitavano la città eterna, affinché trovassero un luogo di culto che rispecchiasse la loro devozione.

La Chiesa

Negli anni la chiesa di San Giovanni Battista dei Genovesi seguì le altalenanti sorti dell’ospizio e, nei primi decenni del ‘700, conobbe un periodo di scarsa manutenzione, rischiando di essere abbandonata.

San Giovanni Battista dei Genovesi - Incisione di Giuseppe Vasi
Incisione di Giuseppe Vasi, 1747 ca.

Poi, nel 1737, venne riconsacrata e, grazie a nuove entrate economiche riservate alla Confraternita che amministrava il luogo, la chiesa ebbe un primo restauro. Nel secolo successivo, dopo che alcune granate dell’esercito francese caddero sulla chiesa nel corso dell’assedio della Repubblica Romana, vennero effettuati i maggiori interventi di rifacimento. La chiesa prese quindi l’attuale forma neoclassica.

San Giovanni Battista dei Genovesi - Facciata neoclassica
San Giovanni Battista dei Genovesi – Foto di Laura Carletti

La facciata, opera dell’architetto Luigi Carimini, è divisa in due piani con paraste doriche e, sopra al portale, si legge un’iscrizione a ricordo della sua origine quattrocentesca. Subito sopra, incluso in una lunetta, è dipinto lo stemma di Genova.

Particolare dello stemma di Genova
Particolare del portale d’ingressoFoto di Laura Carletti

L’interno della chiesa è ad unica navata rettangolare con volta a botte. Presenta un’abside semicircolare e tre altari laterali. L’unica cappella è dedicata a Santa Caterina Fieschi Adorno, una nobildonna genovese che tra Quattrocento e Cinquecento si dedicò alla cura dei poveri e degli ammalati. Tra le opere che la chiesa custodisce, ricordiamo il monumento funebre a Meliaduce Cicala, il fondatore dell’ospedale, attribuito alla bottega di Andrea Bregno; il prezioso tabernacolo rinascimentale degli “Oli Santi”, opera di bottega fiorentina di fine del ‘400; la pala dell’altare maggiore, raffigurante il Battesimo di Cristo realizzata nel 1627 dal pittore caravaggesco Nicola Regnier.

Monumento funebre di Meliaduce Cicala
Monumento funebre di Meliaduce Cicala – Foto da Wikipedia

Il chiostro che incantò il Vasari

La principale attrazione del complesso di San Giovanni Battista dei Genovesi è però il chiostro, attorno al quale si articolava l’antico ospedale. Realizzato nella seconda metà del XV secolo e attribuito a Baccio Pontelli, è stato definito dal Vasari uno dei chiostri più belli di Roma.

Si presenta a doppio ordine di colonne, quello del portico ad archi e, quello della loggia, con architrave. Il cortile, che in origine era lastricato, venne trasformato nel ‘700 in un bellissimo giardino di melangoli e ancora oggi, con piante di acanto e siepi di mirto, vive in un’atmosfera silenziosa e sospesa nel tempo. Al centro, delimitato da una coppia di colonne ioniche che sorreggono una trabeazione, si trova il pozzo quattrocentesco in travertino. Infine una curiosità: su una delle colonne del portico si trova un’epigrafe che ricorda che qui, nel 1588, venne piantata la prima palma di Roma.

Si può accedere direttamente al chiostro anche da un portone su strada, in via Anicia, subito dopo l’edificio dell’ex ospedale.  C’è un citofono. Con un po’ di fortuna il custode vi aprirà, per un’esperienza che vale la pena di provare.

Foto di copertina di Walks in Rome.com

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Info Laura Carletti

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Negli anni ho mentito diverse volte agli amici dicendo di avere la febbre, a maggio o a luglio, per non uscire di casa e poter vedere in tv il Giro d’Italia e il Tour de France. Oppure li ho costretti a innumerevoli trasferte, stile “organizzazione Filini”, nelle località di partenza o arrivo di tappa. Sono laureata in Scienze della Comunicazione e, mentre studiavo, pioniera del web, mi divertivo a scrivere sul mio blog FreeSport. Sono diventata pubblicista e ho collaborato con un giornale locale. Poi, strada facendo, mi sono un po’ confusa con altre idee tentatrici, tipo quella di dedicarmi all’e-Learning. Così, oggi lavoro perlopiù nell’ambito della formazione. Oltre al ciclismo, e allo sport in generale, mi piace l’arte, la storia medievale, le camminate nella natura e ho una certa passione per i Balcani. Sono nata e vivo a Roma, ma progetto spesso di trasferirmi nelle Marche, la mia terra d’origine.

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