Sono molti gli stili architettonici che possiamo incontrare girando per le strade di Roma, ma uno che risalta immediatamente agli occhi dell’osservatore è sicuramente quello fascista. Caratterizzato dall’utilizzo del marmo bianco e dalle linee fortemente squadrate, dall’imponenza e dalla maestosità degli edifici, si inserisce nel territorio urbano in diverse zone della città, ma più di tutte nel quartiere dell’E.U.R.
L’E.U.R.
Situato nella zona sud della capitale, il quartiere era nato per l’Esposizione Universale di Roma (da qui l’acronimo), prevista per il 1942, ma mai realizzata a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1935 infatti, anno XIII dell’era fascista, il governatore di Roma Giuseppe Bottai aveva sottoposto a Mussolini la candidatura di Roma all’Esposizione Universale. Il Duce aveva accolto molto favorevolmente l’iniziativa istituendo l’Ente Autonomo per l’Esposizione Universale di Roma, ma per l’inizio del conflitto l’esposizione non ebbe luogo.
L’idea di Mussolini era quella di celebrare la grandezza di Roma richiamando l’antichità classica e proiettando allo stesso tempo la città verso il futuro, con opere imponenti e spettacolari, attraverso l’architettura razionalista sviluppatasi negli anni venti e trenta del Novecento.
Da qui gli edifici maestosi ed imponenti, realizzati prevalentemente in marmo bianco e travertino, ispirati agli antichi templi romani. Molti furono gli architetti, gli ingegneri e gli urbanisti impegnati nella scelta dello stile architettonico per la realizzazione del progetto, e questo fece sì che l’E.U.R. divenisse un dinamico laboratorio per lo sviluppo di un piano urbanistico moderno e futuristico. Marcello Piacentini fu nominato coordinatore tecnico e con lui collaborarono altri famosi architetti come Pagano, Piccinato, Vietti, Libera, Minnucci, Guerrini, La Padula, Romano e Moretti. Il quartiere fu realizzato solo al termine della guerra, all’inizio degli anni ’50, più precisamente tra il 1951 ed il 1968, quando Piacentini e gli altri architetti poterono riprendere i lavori, aggiungendo al progetto originario, con l’occasione delle Olimpiadi del 1960, il Palazzo dello Sport, la Piscina delle Rose, il Parco Centrale del Lago e grandi giardini alberati.
L’EUR è oggi il quartiere più moderno di Roma, attraversandolo sembra di essere in un’altra città, con il Nuovo Centro Congressi, la “Nuvola“, progettata dall’architetto Massimiliano Fuksas e nuovi grattacieli che si sono aggiunti rispettando l’ordine e le geometrie che lo caratterizzano.

Il Colosseo Quadrato
Il simbolo dell’EUR è il Palazzo della Civiltà Italiana, noto anche come Palazzo della Civiltà e del Lavoro, ma chiamato da tutti i Romani Colosseo Quadrato, per la somiglianza con l’antico anfiteatro.
Costruito tra il 1938 ed il 1943 in cima ad una collina, è un gigantesco parallelepipedo alto 68 metri, che presenta su ognuno dei lati sei livelli, ciascuno con nove archi a tutto sesto e riporta sul frontone della facciata principale un’iscrizione tratta da un discorso di Mussolini del 1935 che definisce gli Italiani “Un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori”.
Sotto gli archi della base si trovano 28 imponenti statue in marmo di Carrara, raffiguranti le allegorie delle virtù e dei mestieri della nostra nazione: eroismo, musica, artigianato, genio politico, ordine sociale, lavoro, agricoltura, filosofia, commercio, industria, archeologia, astronomia, storia, genio inventivo, architettura, diritto, primato della navigazione, scultura, matematica, genio del teatro, chimica, stampa, medicina, geografia, fisica, poesia, pittura e genio militare.

Le statue equestri poste ai quattro angoli del basamento, invece, rappresentano Castore e Polluce, i Dioscuri figli di Zeus e sono opera degli scultori Publio Morbiducci e Alberto Felici. L’imponenza del Palazzo della Civiltà Italiana ne permette la visibilità a 360 gradi anche da molto lontano e lo rende un emblema non solo dell’EUR, ma di tutta la città.
L’Obelisco Marconi
Un altro simbolo della zona è l’Obelisco Marconi, iniziato nel 1939 e inaugurato nel 1959. Alto 45 metri, fu commissionato da Benito Mussolini per celebrare il fisico Guglielmo Marconi e l’invenzione della radio, che ha portato fino ai moderni mezzi di comunicazione.

Realizzato dallo scultore Arturo Dazzi, è costruito in cemento armato e rivestito da 92 pannelli con tavole allegoriche in marmo di Carrara su cui sono scolpiti altorilievi raffiguranti le imprese del grande fisico italiano, mentre altri con danze, canti, preghiere e animali sono un omaggio ai suoi studi e alle sue scoperte.
I lavori ovviamente furono interrotti per lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, quando Dazzi aveva sistemato solo due registri, e furono ripresi quindici anni più tardi. Anche se in un primo momento si era pensato di abbattere l’opera, si decise, in previsione dei Giochi Olimpici del 1960, di riprendere i lavori e l’obelisco fu completato negli anni successivi e inaugurato nel 1959. Si vede infatti molto chiaramente la differenza tra lo stile dei primi pannelli, caratterizzati da altorilievi levigati, e quello dei secondi, dove il marmo è lasciato più grezzo.
Santi Pietro e Paolo
La Basilica dei Santi Pietro e Paolo sorge su una collina nella zona più alta dell’EUR, e la sua maestosa cupola emisferica si staglia nel cielo con i suoi 32 metri di diametro. E’ la quarta più grande di Roma dopo il Pantheon, San Pietro e San Giovanni Bosco, mentre è la terza per altezza dopo quella di San Pietro e quella di Sant’Andrea della Valle. E’ rivestita in travertino e sulla cuspide della lanterna è posizionato l’angelo di bronzo realizzato da Carmelo Abate. La basilica era stata progettata dall’architetto Arnaldo Foschini nel 1938. La sua pianta è a croce greca ed ha una struttura in cemento armato. Ai lati del portico d’ingresso ci sono le due monumentali statue dei Santi Patroni di Roma Pietro e Paolo, e una maestosa scalinata conduce fino al sottostante Viale Europa.

La vicinanza con il Colosseo Quadrato, simbolo dello stato laico, non era stata casuale, anzi andava a rinforzare i legami tra Stato e Chiesa sanciti con i Patti Lateranensi del 1929. La chiesa fu aperta al culto nel luglio del 1955, eretta a parrocchia nel dicembre del 1958, quindi a Basilica nel 1967.
Al di là di qualsiasi richiamo politico, gli edifici sorti durante il periodo fascista sono il risultato di una perfetta fusione tra modernismo e arte classica e, a distanza di un secolo, il monumentalismo e l’ideale collegamento con l’antica romanità trasmettono ancora le idee di ordine, forza, sicurezza.
Tutte le foto presenti in questo articolo sono di Laura Spadella. Si prega di non utilizzare se non previa autorizzazione.
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