Via ai primi pagamenti per l’Assegno di inclusione, 563 mila le domande presentate dallo scorso 18 dicembre. 7800 le richieste in Liguria.
Che cos’è il nuovo assegno di inclusione
Scatterà da venerdì 26 gennaio il pagamento dei primi Assegni di inclusione (Adi), destinati ai nuclei familiari con almeno un componente minore, disabile o over 60. A ricevere l’assegno, in questo primo slot, saranno le prime 450 mila domande inoltrate tra il 18 dicembre e il 7 gennaio.
Le domande per l’assegno, che potrà avere un importo massimo annuo di 6000 euro per nucleo familiare, avevano raggiunto la quota delle 563 mila richieste sulle 737 mila unità. Il pagamento degli assegni avverrà attraverso Carta di inclusione per 18 mesi. Superata tale scadenza, l’assegno dovrà essere rinnovato per poterne usufruire per altri 12 mesi.
Lo strumento, secondo Martina Calderone, ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, vuole diventare una nuova forma di sostegno economico per le famiglie, oltre che un mezzo di inclusione sociale e lavorativa. L’88% delle domande proviene da ex percettori del Reddito di cittadinanza.
La valutazione di Micaela Gelera, commissaria straordinaria Inps
“Le nuove misure di contrasto alla povertà sono oggetto di attacco, con una lettura spesso forzata dei dati. Una valutazione seria richiede tempo: se ogni singolo caso viene strumentalizzato si crea confusione e disorientamento”, commenta la commissaria straordinaria dell’Inps Micaela Gelera rispetto alle numerose discussioni nate intorno all’assegno.
Discussioni sostenute principalmente dal M5S, ideatore del Reddito di cittadinanza, che da tempo insiste su come l’Adi dimezzi la platea dei beneficiari. “Sono diverse le finalità delle misure e diverse le platee”, spiega Gelera. “Soprattutto è diverso l’approccio: oggi è stato messo al centro il tentativo di costruire una prospettiva di inclusione sociale e lavorativa per i singoli e le famiglie coinvolte; un percorso più lungo, più solido che prevede i giusti controlli”.
Gelera evidenzia inoltre che ” È la scelta tra soluzioni rapide e d’effetto ma poco risolutive e l’investimento in un progetto che senza trascurare le famiglie più fragili non tratti indistintamente i singoli componenti, valutandone criticità e potenzialità. Chi può lavorare ha diritto di essere accompagnato verso un percorso di attivazione. Non ci sfugge che serve comunque un giusto equilibrio”.
Le domande in Liguria
Oltre 7800 le domande in Liguria, di cui il 76% proviene da ex percettori del Reddito di cittadinanza. Le domande corrispondono, secondo gli ultimi dati forniti dall’istituto sulla misura, circa l’1,4% del totale nazionale.
La Liguria si trova al 13esimo posto nella classifica delle Regioni per numero di richieste, dietro a Campania (26,7%) e Sicilia (21,8%) col maggior numero di domande.