Pronto soccorso a Genova, situazione drammatica

Pronto soccorso a Genova, situazione ancora drammatica

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La denuncia di una donna: «Mia madre, paziente oncologica, lasciata in barella al Pronto soccorso al San Martino di Genova per tre giorni».

I pronto soccorso del capoluogo ligure sono sempre più in difficoltà ad assorbire e trattare il flusso copioso di pazienti che si rivolgono al servizio in tempi coerenti con quanto previsto dal protocollo di Alisa. In forte stress il personale, che spesso è sottonumero rispetto agli accessi da trattare.

Si moltiplicano così le storie di pazienti in balia del caos, lasciati in barella per giorni e giorni malgrado l’età o le condizioni cliniche precarie dei pazienti, come quella della madre di Stefania Bonfigli, che da giovedì sera cerca di avere notizie e di sentire che finalmente l’anziana donna può essere ricoverata. La paura, ovviamente, è che lo stress e le condizioni in cui si trova da diversi giorni possano aggravare il suo stato di salute. E non è un caso isolato, purtroppo, al San Martino come negli altri pronto soccorso della città.

«Avevo letto di alcuni disagi negli ospedali di Genova ma non pensavo di assistere a una situazione così drammatica», commenta la donna, che ha chiamato un’ambulanza per la madre giovedì sera notando che la signora aveva difficoltà a muoversi in modo insolito, al punto da non riuscire a stare in piedi, e iniziava a sembrare confusa. «Purtroppo non ho potuto accompagnarla in ambulanza e nemmeno vederla in pronto soccorso quella sera perché l’orario di visita era passato. Ho portato i farmaci che deve prendere come paziente oncologica e ho atteso il giorno dopo».

Stefania può quindi accedere al pronto soccorso del San martino solo nella giornata di venerdì

Quando va a trovare la madre, le si presenta però una situazione di affollamento che la lascia sgomenta: «Non credevo di assistere a scene simili. Oss e infermieri fanno il possibile e sono splendidi, i medici sembra siano pochi e hanno un carico di lavoro enorme. Resta comunque una situazione drammatica. Ho visto parenti cercare i propri cari perché al mattino erano in un angolo e la sera non erano più lì, spostati in un altro corridoio, manca anche solo una persona di riferimento per avere informazioni».

La promiscuità e la vicinanza di pazienti che devono ancora ricevere una diagnosi la preoccupa anche per possibili contagi, visto che negli ultimi mesi più volte il Covid è tornato a colpire nei pronto soccorso genovesi oltre alle influenze stagionali.

Un rischio che anche il medico di famiglia le aveva segnalato, suggerendo di evitare il pronto soccorso, tuttavia Stefania spiega di non aver potuto fare altrimenti. alla preoccupazione per il suo stato si aggiunge anche il timore per possibili contagi. «Mia madre è in attesa da ormai più di 30 ore e se già prima aveva problemi a muoversi ora sta peggiorando, è confusa e frastornata».

Il mancato accesso della figlia al pronto soccorso al momento dell’accettazione ha reso anche più complesso ricostruire il quadro clinico della signora Carla, tanto che ha dovuto spiegare al telefono i sintomi che l’hanno spinta a chiamare l’ambulanza, perché la madre da sola non riusciva. Alla richiesta di avere conferma se stesse prendendo i suoi farmaci, però, nessuna risposta.

Preoccupante anche la discrepanza di versioni ricevute: se la signora Bonfigli infatti si sente dire che la madre ha una qualche infezione e e i globuli bianchi alti, la nota del San Martino dopo che la storia della donna diventa pubblica smentisce questa eventualità.

«La signora è arrivata alle 19.50 del giovedì, come da scheda di triage, per tremori diffusi agli arti inferiori, nausee e vomito, con dolore addominale. La signora non ha infezioni, ha concluso il processo, con tanto di tac total body negativa. L’unico elemento per cui è necessario il controllo sono i valori del potassio, molto bassi. Perciò è in attesa di letto tecnico, al primo piano del pronto soccorso, nell’Area Medica Critica, anche se non presenta appunto criticità importanti. Il processo infatti è concluso e non ci sono complicazioni, a differenza di quanto si poteva pensare in fase iniziale, ed il ricovero in reparto è stato differito a fronte dei tanti ingressi di codici di alta priorità nelle ultime due giornate. Il profilo è gestito al piano terra e sotto monitoraggio».

La direzione del San Martino sul caso

A fine novembre Regione Liguria aveva avviato un gruppo di emergenza per gestire gli accessi ai pronto soccorso di Genova

Se nel ponte di Capodanno gli accessi erano diminuiti, nelle prime settimane del 2024 la situazione sembra essere di nuovo di profonda sofferenza. E la questione peggiora nei weekend, quando è difficile se non impossibile parlare con il medico di famiglia e l’attesa telefonica per la guardia medica scoraggia gli utenti. La creazione dei Flu Point per alleggerire i pronto soccorso dagli accessi per influenza o Covid ha dato un po’ di sollievo, ma non sembrano essere sufficienti date le testimonianze di pazienti e familiari.

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Info Laura Casale

Laureata in Comunicazione professionale e multimediale all'Università di Pavia, Laura Casale (34 anni) scrive su giornali locali genovesi dal 2018. Lettrice accanita e appassionata di sport, ama scrivere del contesto ligure e genovese tenendo d'occhio lo scenario europeo e internazionale.

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