Psiche, di Silvia Proietti

In’side Art: Psiche, di Silvia Proietti

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Amici lettori di Liguria Day, oggi, per questo nostro nuovo appuntamento dedicato all’arte, vi presenterò una giovane artista romana che non avete mai visto in tv, non ha partecipato a mostre blasonate a Parigi, New York, Berlino, Tokyo e Los Angeles, e le cui opere non sono presenti in musei e in collezioni private. Lei è Silvia Proietti.

Giorni fa la mia attenzione è stata attratta da una sua opera, “Psiche”, con la quale aveva partecipato a “cose dell’altro mondo”  una collettiva svoltasi presso l’Art Saloon Frames Art & Design ad Ariccia.

Quell’opera mi è rimasta profondamente negli occhi e nella mente perché da subito mi ha ricordato Dalì e De Chirico. La guardai ancora e capii che era una percezione rappresentata con bravura, originalità e spiccata personalità da parte dell’artista.

“Psiche” di Silvia Proietti

“Psiche” è un acrilico su tela nel formato 50×70 cm. Al centro c’è un grande occhio ma tutta la composizione non ruota e non dipende da esso. In tutto lo spazio ogni cosa rappresentata ha una sua storia e tutto insieme è un turbine di forme in movimento. Sulla forma però prevale la forza del colore, ogni tonalità è messa al punto giusto e al momento giusto.

A questo punto mi interessa meno il significato dell’opera perché sono talmente coinvolto e avvolto dal colore che non penso al messaggio dell’artista: l’opera è costruita in maniera tridimensionale e idealmente con un salto di fantasia gli entro dentro, sbircio nel pozzo, poi scendo nelle scalette di colore bianco sulla destra, anche se ignoro dove porteranno; evito invece di salire sulla scalinata rossa in primo piano perché non vorrei che mi facesse uscire dall’opera, prima infatti vorrei realmente terminare questo viaggio a colori.

Intanto l’occhio al centro mi guarda, nessuno parla ma non me ne preoccupo, c’è una musica invisibile sulle cui note si muove tutto lo scenario. Intanto guardo le fiammelle in alto e mi scaldo alla luce da esse diffusa; non mi curo neanche di quei box vuoti di colore giallo e il bordo superiore in bianco. Sono inseriti uno dentro l’altro, il colore è caldo ma la tentazione di entrarci dentro non mi attizza e così salgo su qualcosa che si snoda sopra l’occhio; sembra un albero con i suoi rami che si snodano come le braccia di una ballerina e mi fermo a cavalcioni su uno di essi come un ragazzino curioso che vuole vedere e sentire lo scroscio del fiume che passa al di sotto.

Ecco quello scroscio interrompe il ritmo di quella musica invisibile, adesso sento solo l’acqua che scorre rapida verso chi sa dove. Sopra di me e alla mia sinistra vedo una struttura architettonica, vedo una sequenza di lampade e di linee, non le capisco ma questo non è importante, è il blu con la soffice schiuma delle onde che mi accarezza la fantasia, non è importante che ne capisca il senso, tutto questo colore ben dosato prima di tutto è sensato. Io rimango ancora un po’ in equilibrio su un ramo, immaginando le braccia della ballerina che mi avvolgono in un tango e pensare che io manco so ballare. Ma è proprio per questo che esiste la fantasia; ma ora che ci penso ma se quell’occhio messo dall’artista al centro dell’opera fosse il mio o dell’osservatore di turno? Detto così sarebbe inquietante e invece no, preferisco rimanere affascinato dal vortice di forme e dai colori vivi che mi fanno essere ottimista e felice.

Silvia Proietti è un’artista talentuosa che mixa il simbolismo con un tocco allegro e stracolmo di positività, un’energia per la quale le auguriamo di avere successo e di arrivare a esporre un giorno le sue opere a Parigi.

Amici lettori, il brano musicale che vi suggerisco questa volta, con cui accompagnare la visione dell’opera “Psiche”, non può essere che il suggestivo “Siamo dei” di Lucio Dalla tratto dall’album “Dalla” 1980. 

Ci rivediamo al prossimo artista che, siamo certi, saprà colorarvi la giornata.

“Il disegno è la sincerità nell’arte. Non ci sono possibilità di imbrogliare. O è bello o è brutto.

(Salvador Dalì)

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Info Walter Festuccia

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Walter Festuccia, Roma 16 Marzo 1958, diplomato come aiuto scenografo presso il Cine Tv di Via della Vasca Navale di Roma. Artista per natura, artigiano per tradizione, pittore, scrittore. Per il mio stile utilizzato nello scrivere, amo definirmi jazzista della parola, tutto di me è racchiuso in queste definizioni. La mia scrittura, anche se è apparentemente espressa in maniera ironica e demenziale, lascia sempre una finestra aperta oppure un indizio rivolto all'attualità, tutto in un mix di fantasia quasi astratta che diventa con ciò il mio linguaggio espressivo. Come pittore, l'astrazione, l'informalità e l'uso manuale e gestuale della materia sono il mio "io" dentro di me che quando dipinge o scrive si lascia guidare dalla passione e dall'immaginazione attraverso la quale riesco a "vedere" la scena e a "sentire" i dialoghi di ogni mio componimento. Firmo testi e opere come Walter Festuccia oppure Walter Fest.

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