La grande festa per i primi cinquant’anni della Consulta Ligure

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Grande festa al Teatro Duse per i cinquant’anni di attività della Consulta Ligure.

La denominazione completa di questa peculiare ‘associazione delle associazioni culturali liguri’ è ben più estesa: si tratta, infatti, della Consulta Ligure delle associazioni per la Cultura, le Arti, le Tradizioni e la Difesa dell’Ambiente.

Uno spettacolo natalizio, quello andato in scena venerdì 22 dicembre sul palco del Teatro Duse, davvero speciale, arricchito dalla partecipazione di molti dei personaggi di spicco dello ‘star system’ ligure .

Allo strabordante pubblico presente sono state offerte notevoli performances canore, musicali, attoriali, cabarettistiche, tutte incentrate sui temi cari a questa storica associazione, che da mezzo secolo si dedica alla promozione della cultura ligure in tutte le sue declinazioni, seguendo il filo delle ultramillenarie varietà linguistiche che essa esprime nella quotidianità colloquiale e scritta come nelle varie forme artistiche.

L’intento – spiega il presidente della Consulta, Giorgio Oddoneè quello di rilanciare l’autentico spirito della nostra associazione, il cui scopo è affratellare tutte le comunità di cultura ligure. Senza campanilismi o recriminazioni. Per questo per la serata celebrativa è stato scelto il titolo Sensa mugugni”.

La Consulta è nata nel 1973, a Savona, dall’unione fra le principali associazioni di tutela del patrimonio culturale e tradizionale già esistenti in ambito regionale: A Compagna di Genova (che nel 2023 ha compiuto cento anni), A Campanassa di Savona, A Cumpagnia d’i Ventemigliusi di Ventimiglia, A Famija Sanremasca di Sanremo, Vecchia Alassio di Alassio, U Campanin Russu di Varazze.

Il genovese, con la sua illustre e continua storia di lingua letteraria, documentata già dal XIII secolo, non esaurisce certo il patrimonio linguistico ligure, che annovera quattro o cinque macro-varietà territoriali, come quelle del Levante e del Ponente. O quelle dei due Oltregioghi.

Né vanno dimenticate le isole linguistiche liguri esistenti sin dal Medioevo fuori di Liguria e persino fuori d’Italia (come a Carloforte e Calasetta, in Sardegna, a Bonifacio, in Corsica o nel Principato di Monaco). E le comunità sparse nei cinque Continenti formate da discendenti degli emigranti liguri, ancora legate alle loro radici culturali.

È a questo variegato mondo che si rivolge la Consulta, frutto della lunga storia cosmopolita di una città come Genova, per sette secoli capitale di uno Stato, e di una regione marittima come la Liguria, entrambe da sempre vocate ai commerci e ai contatti internazionali.

Oggi la Consulta assomma in sé circa sessanta associazioni, tra cui hanno particolare rilevanza quella dei Liguri nel Mondo e quelle delle località sarde di lingua genovese (nella varietà tabarchina). Nel loro insieme tutte queste associazioni culturali contano circa 50.000 aderenti.

Anche lo spettacolo andato in scena al Teatro Duse, patrocinato da Regione e Comune di Genova, riflette questo spirito aperto: non solo un doveroso omaggio a Genova, ma anche, sempre più, alle altre realtà culturali liguri, dentro e fuori Liguria.

L’assessore alle Tradizioni del Comune di Genova Paola Bordilli ha dichiarato “Sono molto molto felice di presenziare a Sensa Mugugni in occasione dei 50 anni dalla fondazione della Consulta Ligure, che comprende le più importanti associazioni culturali della nostra regione. Sosteniamo questo spettacolo teatrale, fatto di musica, cabaret e canzoni, che racconta la nostra storia, le tradizioni e le bellezze del nostro territorio. Un regalo per tutti i cittadini che amano le tradizioni popolari, le arti, la cultura e soprattutto Genova e la Liguria. Abbiamo in questi ultimi tempi stretto sempre più forti sinergie per le iniziative della Consulta Ligure, a cui ci unisce l’obiettivo comune della promozione del territorio, l’attenzione alle più variegate forme espressive della nostra cultura locale, come le tradizioni religiose, quelle popolari e la lingua”. 

Mario Menini, presidente de I Liguri nel Mondo ha portato il saluto della sua associazione (che confedera, a sua volta 150 associazioni, corrispondenti ad altrettante comunità di origine ligure, estese dall’Australia alle Americhe) e della sua testata Gens Ligustica in Orbe, leggibile anche online.

Nei loro discorsi introduttivi Giorgio Oddone, Franco Bampi (presidente de A Compagna) e Franco Gallea (ex presidente della Consulta), di cui è stato proiettato un intenso videomessaggio, hanno tutti sottolineato l’importanza dei ‘dialetti’ (o meglio, lingue) liguri e, soprattutto, del fatto che se ne promuova il più possibile l’uso quotidiano.

Gabriele Mago Gentile, Giorgio Oddone e Franco Bampi

Poi è iniziata la nutrita serie di esibizioni degli artisti presenti, introdotti da Gabriele Mago Gentile, che ha simpaticamente condotto lo spettacolo.

La kermesse si è giovata della direzione artistica di Aldo De Scalzi e della regia dello stesso Giorgio Oddone, a sua volta valente uomo di teatro e attore in campo vernacolare, che ha anche curato i testi in collaborazione con Pino Marengo.

Anzitutto ha furoreggiato l’intramontabile Michele, che si è esibito in alcuni suoi sempre apprezzati ‘cavalli di battaglia’, come Susan dei marinai (il cui testo si deve a Fabrizio De André).

Michele Maisano

L’attore Pino Petruzzelli nel suo intervento ha ricordato le innumerevoli bellezze artistiche, spesso poco conosciute, che la Liguria custodisce nei suoi centri storici, come notevoli opere pittoriche di alcuni dei più grandi Maestri di tutti i tempi.

Pino Petruzzelli

L’orchestra a plettro del Circolo Mandolinistico Risveglio (che ha, anch’esso, computo 100 anni nel 2023), in gran forma, ha eseguito suggestivi brani di vari autori, da Paganini a Taraffo e De André, sotto l’impeccabile direzione del Maestro Eliano Calamaro.

L’orchestra mandolinistica Risveglio

Il Maestro Calamaro si è esibito anche, da sommo violinista, con l’orchestra della Filarmonica Sestrese diretta dal Maestro Matteo Bariani. Lo storico ensamble (fondato nel 1845), ha parimenti riscosso grande successo.

Il Maestro Eliano Calamaro

Accompagnati al pianoforte dal Maestro Dennis Ippolito si sono esibiti, in brani sia in genovese che in italiano, i tenori Massimo Ferri e Fabio Armiliato e il soprano Rossella Cerioni.

Il tenore Massimo Ferri

Vladi dei Trilli, nel solco della tradizione canora melodica genovese più pura, tracciato da suo padre e dagli altri storici componenti dell’indimenticabile Gruppo folk, ha incantato il pubblico con canzoni struggenti come Picon daghe cianin e Vico drito Pontexello, mentre sullo schermo alle sue spalle scorrevano riprese d’antan di una Genova che non c’è più, nel dopoguerra devastata da demolizioni insensate di parti essenziali del suo tessuto urbano storico, come via Madre di Dio, al cui posto oggi campeggiano palazzoni anonimi e ‘giardini di plastica’.

Vladi dei Trilli

Altri giovani cantanti e musicisti si sono alternati sul palco, come Mike FC che, sempre cantando in genovese, ha rapito l’uditorio trasportandolo in tutt’altro territorio musicale, strettamente contemporaneo, quello del rap, ma non meno coinvolgente.

Mike FC

Napo ha proposto, con la consueta adesione all’originale, alcuni fra i più bei brani in genovese di Fabrizio De André.

Andrea Facco e Napo

Hanno poi allietato la serata Andrea Facco, valente giovane polistrumentista (bouzouki, kazoo, armonica, etc.), che sa esprimere voce e sonorità intense e inattese; l’imperiese Renzo Graglia, il Gruppo folk monegliese dei Mandillà guidato da Giuseppe Avanzino, il giovane cantautore di Calasetta Matteo Leone (che canta in lingua tabarchina).

L’inossidabile duo comico I Soggetti smarriti, formato da Marco Rinaldi e Andrea Possa, ha fatto sbellicare dalle risate il pubblico.

Infine non è passata inosservata la bellezza radiosa di Nicole Magolie, cantante, modella e artista sudafricana, ma italiana d’adozione (vive da anni a Savona), anche se non ha potuto esibirsi per un momentaneo abbassamento di voce.

Nicole Magolie

Nel complesso, una serata teatrale ad alto gradimento. Un viatico benaugurante per il futuro della Consulta, il cui motto fondativo è sempre di attualità: “Fræ eimo e n’o saveimo: se semmo incontræ, se semmo capii“.
E non ha bisogno di traduzione.


Marco Bonetti

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Info Marco Bonetti

Marco Bonetti
Nato a Genova (1961), funzionario e avvocato presso una grande azienda pubblica genovese da troppi decenni, ha sempre parallelamente coltivato la cultura umanistica in varie declinazioni. È redattore, per diletto, dal 1994 del Gazzettino Sampierdarenese, sul quale pubblica mensilmente articoli culturali divulgativi, specie su temi storici e linguistici, soprattutto relativi a Genova e alle altre aree di influenza ligure nel mondo, ma anche su questioni di politica sociale (specialmente in campo sanitario) e di vario genere cronachistico. Appassionato di Enigmistica Classica, collabora come autore alle Riviste specializzate del settore (per abbonati). Dal 2020 collabora con l’Unione Giornalisti e Comunicatori Europei (UJCE), di cui è membro dal 2021, anche come consulente storico e divulgatore. Nel 2021 la sua trattazione "Genovese e monegasco: due tradizioni a confronto" è stata pubblicata negli Atti del XVI Colloquio Internazionale dell'Accademia delle Lingue Dialettali del Principato di Monaco (tenutosi nel 2019). Il 21 settembre 2022 (Giornata mondiale della Pace) l'UJCE gli ha conferito il Premio giornalistico Steli di Pace per la sua attività nel campo della stampa locale.

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