Il messaggio del papa a Natale: «Il nostro cuore è a Betlemme, dove Gesù viene rifiutato dalla logica perdente della guerra»

Il messaggio del Papa a Natale: «Il nostro cuore è a Betlemme, dove Gesù viene rifiutato dalla logica perdente della guerra»

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Il messaggio della Messa di Natale di mezzanotte è, come di consueto, un occasione per Papa Francesco per commentare la situazione geopolitica mondiale e il sentimento con cui la comunità dei fedeli dovrebbe avvicinarsi alle festività, ripudiando la guerra e . C’è il rischio di un’idea pagana di Dio, «che si sposa con potere, successo mondano, idolatria del consumismo», commenta il Papa dalla basilica di San Pietro. Il Pontefice ricorda all’umanità che in questa Notte «il nostro cuore è a Betlemme, dove Gesù viene rifiutato dalla logica perdente guerra. Il ruggire delle armi gli nega un posto nel mondo».

E il messaggio viene reiterato oggi, nel giorno di Natale, durante la benedizione Urbi et Orbi, pensando principalmente agli innocenti

«Nella Scrittura, al Principe della pace si oppone “il principe di questo mondo”», ricorda il Papa, «che, seminando morte, agisce contro il Signore, “amante della vita”. Lo vediamo in azione a Betlemme quando, dopo la nascita del Salvatore, avviene la strage degli innocenti. Quante stragi di innocenti nel mondo: nel grembo materno, nelle rotte dei disperati in cerca di speranza, nelle vite di tanti bambini la cui infanzia è devastata dalla guerra. Sono i piccoli Gesù di oggi». 

La preghiera, un abbraccio per tutte le comunità cristiane, in particolare quelle di Gaza e di tutta la Terra Santa

«Porto nel cuore il dolore per le vittime dell’esecrabile attacco del 7 ottobre scorso e rinnovo un pressante appello per la liberazione di quanti sono ancora tenuti in ostaggio. Supplico che cessino le operazioni militari, con il loro spaventoso seguito di vittime civili innocenti, e che si ponga rimedio alla disperata situazione umanitaria aprendo all’arrivo degli aiuti. Non si continui ad alimentare violenza e odio, ma si avvii a soluzione la questione palestinese, attraverso un dialogo sincero e perseverante tra le parti, sostenuto da una forte volontà politica e dall’appoggio della comunità internazionale». 

Ieri la moglie di Benjamin Netanyahu, Sarah, ha scritto al Pontefice chiedendo di tenere alta l’attenzione sulla situazione degli ostaggi ancora nelle mani dei guerriglieri di Hamas e delle altre fazioni attive nella Striscia: «Sua Santità», ha scritto, «le chiedo un suo personale intervento in questo tema. La prego di usare la sua influenza per chiedere il rilascio senza condizioni e senza indugio. Le chiedo anche di fare appello alla Croce Rossa di visitare tutti gli ostaggi e consegnare loro medicine vitali. Il suo intervento potrebbe far pendere l’ago della bilancia e salvare vite preziose. Finora la Croce Rossa non è riuscita a insistere su questi risultati. Il suo intervento potrebbe far pendere l’ago della bilancia e salvare vite preziose».

Il Papa: «Chi dice sì al Principe della pace deve dire “no” alla guerra, a ogni guerra, alla logica stessa della guerra»

Francesco ricorda tanti dei conflitti che lacerano il mondo in questa fine del 2023, oltre al conflitto che si sta protraendo in Palestina. «Il mio pensiero va alla popolazione della martoriata Siria, come pure a quella dello Yemen ancora in sofferenza. Penso al caro popolo libanese e prego perché possa ritrovare presto stabilità politica e sociale», ricorda dal balcone. «Con gli occhi fissi sul Bambino Gesù imploro la pace per l’Ucraina. Rinnoviamo la nostra vicinanza spirituale e umana al suo martoriato popolo, perché attraverso il sostegno di ciascuno di noi senta la concretezza dell’amore di Dio».

Nel suo discorso, ricordata anche la situazione precaria tra Armenia e Azerbaigian, i conflitti in Africa che stanno sconvolgendo il Corno orientale ma anche il Sahel, il Sud Sudan, il Camerun e la Repubblica Democratica del Congo. Un pensiero anche perché «si avvicini il giorno in cui si rinsalderanno i vincoli fraterni nella penisola coreana, aprendo percorsi di dialogo e riconciliazione che possano creare le condizioni per una pace duratura». Non ultimo anche il continente sudamericano, da cui il Papa proviene, che guarda con apprensione alla situazione tra Venezuela e Guyana, ma anche perché i politici possano affrontare le difficoltà che affliggono le fasce più deboli della popolazione offrendo dignità e benessere.

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Info Laura Casale

Laureata in Comunicazione professionale e multimediale all'Università di Pavia, Laura Casale (34 anni) scrive su giornali locali genovesi dal 2018. Lettrice accanita e appassionata di sport, ama scrivere del contesto ligure e genovese tenendo d'occhio lo scenario europeo e internazionale.

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