Omicidio Nada Cella, Annalucia Cecere rinviata a giudizio per omicidio volontario aggravato

Omicidio Nada Cella, Annalucia Cecere rinviata a giudizio

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Omicidio Nada Cella, Annalucia Cecere rinviata a giudizio per omicidio volontario aggravato. Richiesto il processo anche per Marco Soracco e la madre Marisa Bacchioni, accusati di false dichiarazioni al pm.

Il caso Cella

Era il 6 maggio 1996 quando venne trovato il corpo di Nada Cella nello studio del commercialista Marco Soracco, a Chiavari. La giovane, all’epoca 24enne, lavorava proprio presso lo studio quando una mattina era stata vittima di un’aggressione da parte di ignoto.

Colpita ripetutamente con un oggetto contundente mai rinvenuto, la giovane era stata poi trovata in una pozza di sangue, ma ancora in vita, proprio da Soracco.

Il commercialista, preso dal panico, era inizialmente corso a cercare la madre, Marisa Bacchioni, residente ad uno dei piani superiori. I due avevano quindi chiamato i soccorsi, che avevano predisposto lo spostamento della ragazza prima all’ospedale di Lavagna e quindi al San Martino di Genova, ma per Nada Cella non c’era più niente da fare.

Le indagini riaperte nel 2021

A 25 anni dall’omicidio, nel 2021 la procura aveva riaperto il caso, portando alla luce nuovi indizi e analisi sui campioni di dna. Solo in tale occasione era stato rinvenuto attraverso luminol il dna di Nada sullo scooter dell’ex insegnante Annalucia Cecere.

La donna, oggi 55enne, nel 1996 abitava a pochi passi dallo studio e aveva recentemente conosciuto Soracco durante una serata in discoteca. Morbosamente innamorata dell’uomo fin dal primo istante, la Cecere vedeva una rivale in Nada Cella, sia per il cuore di Soracco che per la posizione da lei ricoperta nello studio, per cui nutriva a sua volta una certa ambizione.

Cecere avrebbe ucciso crudelmente e “Per motivi futili”

Accecata dalla gelosia, all’epoca avrebbe quindi ucciso Cella mentre si trovava nello studio Soracco. La procura oggi accusa Annalucia Cecere di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e per motivi futili, in quanto determinato da “Motivi di rancore e gelosia verso la vittima”. La Cecere è stata adesso rinviata a giudizio dalla Procura di Genova.

Sono inoltre accusati anche Marco Soracco e la madre Marisa Bocchioni, per false dichiarazioni e favoreggiamento. Secondo le ricostruzioni della pm Gabriella Dotto e degli investigatori della squadra mobile, i due avrebbero mentito fino a pochi mesi fa. Soracco, in particolare, dichiarava di essere sceso in studio qualche minuto dopo le 9:10, mentre risulta “Invece provato il suo accesso in studio prima delle 9 e la conoscenza dell’identità dell’autrice della aggressione.”

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