Tutti i genovesi e moltissimi liguri delle due Riviere e dell’entroterra conoscono bene il santuario della Madonna della Guardia sulla vetta del monte Figogna, che osserva (e protegge, per i credenti) la città di Genova e tutta la Liguria.
Naturalmente “la Guardia” non è l’unico santuario mariano della nostra regione né l’unico ad accogliere e custodire la pietà popolare che si manifesta attraverso gli ex-voto, affidati alla Madonna in ringraziamento per la conclusione positiva (talvolta quasi miracolosa) di vicende tragiche e potenzialmente mortali.
Al di fuori dei confini politici ma ancora all’interno dei confini sociali e culturali della Liguria c’è un santuario mariano che, pur nelle minori dimensioni rispetto alla Guardia genovese, possiede un patrimonio di religiosità popolare quasi pari per dimensioni e sicuramente uguale per fede e devozione.
Sono centinaia i suoi ex-voto, portati lì nei secoli da persone dell’estremo Ponente ligure e di tutta la Costa Azzurra francese, dalla regione di Nizza e anche da più lontano; è uno dei santuari mariani più amati e frequentati dai francesi.
È il santuario di Nostra Signora del Laghetto (Sanctuaire Notre-Dame de Laghet in francese – i liguri ponentini lo chiamano solitamente santuario di Laghet).
Isolato – ma ben raggiungibile in auto o in bicicletta – sui 350 metri di quota slm, in una valletta del comune di La Trinité, nel dipartimento francese delle Alpi Marittime, si trova a una quindicina di chilometri alle spalle di Nizza.
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La sua storia parte dal XII secolo, quando c’era una cappella dedicata alla Vergine nella località di Laghetto, in un punto di passaggio obbligato lungo i sentieri che univano i villaggi della costa (non ancora “Azzurra”) ai borghi dell’entroterra.
La cappella era stata probabilmente edificata dai monaci dell’abbazia di Santa Vittoria di Marsiglia. Alla Vergine iniziarono a essere attribuite delle guarigioni miracolose quindi la cappella iniziò a ricevere pellegrini provenienti dai villaggi vicini, come Turbia (La Turbie), Villafranca (Villefranche-sur-Mer), Eza (Èze).
Ricordiamoci che i toponimi erano italiani perché fino al 1860 questo territorio non era francese ma faceva parte della Contea di Nizza governata – tranne che nel ventennio napoleonico – dai Savoia.
Ci fu un periodo di declino della cappelletta, ma nel 1628, grazie allo sforzo di un religioso ancora ricordato da queste parti, padre Giacomo Fighiera, venne restaurata e riprese l’arrivo dei pellegrini, che provenivano non solo dal Nizzardo ma finanche dal Genovesato e dalla Francia.
Nel 1652 iniziarono a verificarsi una serie di prodigi e la popolarità della Madonna di Laghetto crebbe a dismisura. Il 24 giugno 1652 i Penitenti Bianchi di Eza organizzarono una processione con l’effigie della Vergine e l’anno seguente oltre ventimila fedeli giunsero a Laghetto in pellegrinaggio dal Nizzardo, dalla Liguria e dalla Provenza.
Era giunto il momento di costruire un santuario…
La prima pietra fu posta nel 1654 e grazie alle donazioni dei fedeli bastarono due anni per completarlo, con una chiesa in stile barocco a navata unica. Fu affidato ai Carmelitani Scalzi di Torino e già da subito iniziò ad accogliere ex-voto sui suoi muri.
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Nel 1792 l’esercito francese del Generale Bonaparte occupò Nizza e il santuario fu saccheggiato, chiuso e abbandonato. Fu riaperto al culto nel 1802 e dopo la Restaurazione tornò, come Nizza, a far parte del Regno di Sardegna sotto il governo dei Savoia.
Il 26 marzo 1849 il santuario ospitò in preghiera il re Carlo Alberto di Savoia in viaggio verso l’esilio a Porto, in Portogallo, dopo la sconfitta subita a Novara contro gli austroungarici. Peraltro sin dalla sua edificazione il santuario ha accolto i pellegrinaggi dei Duchi di Savoia – poi Re di Sardegna.
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Dopo la cessione di Nizza alla Francia nel 1860, il nome venne francesizzato in Laghet. Subì danni per il terremoto del 1887 che devastò numerosi paesi e città della Liguria occidentale.
Oggi il santuario è una casa per ritiri spirituali e la statua lignea policroma datata 1625 detta la Vergine dei Prodigi ne è il centro.
Nel complesso vivono alcune suore e pochi monaci che occupano alcuni piccoli eremitaggi.
Ciò per cui il santuario continua a essere amato e frequentato sono i più di quattromila ex-voto conservati ed esposti; ottocento di essi sono classificati “monumenti storici”.
In meno di mezz’ora di automobile dal santuario di Laghet si scende nel centro di Nizza…. ed è davvero tutto un altro mondo!
Ah, dimenticavo!: l’amore dei liguri dell’estremo Ponente per Laghet è testimoniato anche da un pellegrinaggio notturno che alcuni ardimentosi organizzano (o hanno organizzato sino a pochi anni fa, non sono sicuro che qualcuno abbia ripreso l’idea dopo gli anni del Covid) la notte del 12 maggio.
48 chilometri e cinquecento metri a piedi, si partiva dal centro di Sanremo alle 21 – bene equipaggiati, astenersi passeggiatori della domenica – e si arrivava, dopo qualche breve sosta per ristorarsi e riposare, al santuario poco prima delle 8 del mattino successivo.
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