Rimini Capitale della Cultura

Rimini Capitale della Cultura 2026, il sostegno della Romagna

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RIMINI – Tutta la Romagna per Rimini Capitale della Cultura 2026.

Fra una ventina di giorni, esattamente il 27 settembre, sarà il click-day, quando verrà ufficialmente depositato il dossier di candidatura di Rimini a Capitale della Cultura 2026. Intanto le linee guida del documento sono già state presentate agli amministratori dei Comuni della Provincia che sosterranno con convinzione la proposta.

L’ultima novità in questa corsa per il capoluogo romagnolo – ha annunciato infatti il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaadè il sostegno della Regione Emilia Romagna e dei sindaci della Romagna colpita dall’alluvione, considerando questa candidatura come il simbolo di una rinascita di una terra comune“.

Il Comune di Carpi, per esempio, ha perfino annunciato di ritirare la sua candidatura, per sostenere quella di Rimini.

Il primo cittadino riminese parla di un “dossier inedito rispetto agli standard delle altre città che in passato hanno avanzato formalmente la loro candidatura. L’idea – ha sottolineato ancora – è quella di presentarci per quello che abbiamo da dare in prospettiva, sulla base di quelle che sono le nostre peculiarità e la nostra storia. C’è per questo – ha quindi chiosato – un’attenzione particolare alla fascia giovanile“.

La candidatura si compone di cinque punti: ambiente, nuove generazioni, persone e corpo, lingue, e territorio, con uno sguardo alle terre di Romagna”. Si presenta dunque come “una sorta di Piano strategico della cultura dell’area riminese”.

Dopo la consegna del dossier, il 27, si terrà una cerimonia al Teatro Galli seguita da una festa di piazza con concerti.

Nonostante quanto promesso ed annunciato dal sindaco Sadegholvaad, al di là delle particolarità ed unicità della Rimini romana e della Rimini del Trecento delle sue arti, difficilmente la struttura del dossier, la sua ossatura, potrà differire da quelle già sviluppata, modellata e confezionata – leggibile sui vari spazi telematici dei vari Municipi – per altre città lanciate nella stessa sfida.

Ad una corsa che è adesso quasi la visione rinnovata della valorizzazione di alcuni concetti chiave per i territori: sostenibilità, innovazione, cultura (ma del futuro legato al passato).

Non a caso, infatti, è stato chiamato a fare da project manager anche per l’impresa riminese il navigato Paolo Verri, uomo ovunque già, fra le altre cose, scelto ai tempi della vittoria di Matera Capitale Europea della Cultura 2019.

Francesca Bertoglio e Cristina Carlini a maggio invece sono state selezionate per la direzione artistica. La prima è ingegnere gestionale e manager culturale, la seconda progettista e curatrice di eventi nel settore culturale. Bertoglio e Carlini avranno il compito di coordinare, gestire ed elaborare la candidatura di Rimini a capitale della cultura italiana nel 2026.

Bertoglio, bresciana, 48 anni, lavora già come project manager per “Bergamo Brescia Capitale italiana della cultura 2023”, coordinando la cabina di regia prima per il progetto e oggi per la sua attuazione; inoltre è stata project manager per “Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016” per il Comune di Mantova, dove ha anche partecipato a “Periferie Mantova Hub”, un vasto progetto di rigenerazione urbana per il quale ha coordinato le azioni legate al “patrimonio immateriale”, e cultural heritage; ed è stata sovrintendente con funzioni di direttrice generale e direttrice artistica per la fondazione Teatro Fraschini di Pavia.

Carlini 39 anni, di Ascoli, ha seguito per il Comune di Ascoli Piceno sia progetti di rigenerazione culturali post sisma del 2016, sia la “Candidatura a Capitale della Cultura 2024”. Specializzata in cooperazione internazionale, progettazione europea ed extraeuropea, competenze che l’hanno portata ad essere project manager dell’evento IETM Bergamo 2015, responsabile di area per Marche Teatro, membro dell’advisory board della Rete internazionale per le arti performative contemporanee.

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