Continua a far discutere quanto accaduto lo scorso 24 agosto a Bordighera, con una donna 69 morta a pochi giorni da un presunto “frettoloso” controllo medico al Punto di primo intervento dell’ospedale Saint Charles. La vittima, recatasi al presidio ospedaliero con la figlia nella notte tra il 21 e il 22 agosto, aveva dolori a petto e braccio. Stando alle indagini della procura di Imperia, la donna avrebbe ricevuto l’assistenza di uno specializzando senza il supporto di altri medici o del tutor, ottenendo le dimissioni dopo un elettrocardiogramma.
Scongiurate, almeno in primo luogo, problematiche cardiache, la donna era rientrata a casa, contattando il proprio medico di base all’indomani della visita in pronto soccorso. Poco prima delle 7 del mattino del 24 agosto, però, la donna ha perso la vita per cause ancora da chiarire. Immediata la comprensibile e dolorosa reazione della figlia che ha chiesto giustizia per la madre, vittima di un altro potenziale fenomeno di malasanità. In seguito alla denuncia, la procura di Imperia ha avviato un’indagine per omicidio colposo, affidando l’operazione all’arma dei carabinieri.
Parallelamente a ciò, l’ASL locale ha intrapreso un’altra inchiesta per verificare l’effettivo impiego di specializzandi senza supervisione nella struttura e interrompere una pratica che rischia di mettere a repentaglio la vita di altri pazienti. Secondo i primi risultati dell’indagine, tali praticanti farebbero parte di una cooperativa a cui la società Gvm, pronta a gestire l’ospedale di Bordighera dal prossimo gennaio, avrebbe affidato il Pronto soccorso. Ad ogni modo, seguiranno nuovi aggiornamenti di una vicenda che dovrebbe far riflettere sulle condizioni della sanità pubblica in Italia e in regione, portando a controlli sempre più serrati per evitare situazioni di questo tipo.