Un ennesimo caso di violenza sessuale si aggiunge a quelli che hanno scosso il paese in quest’estate folle. Una decina di giorni fa, vicino ad una discoteca di Imperia, un diciassettenne di origini albanesi del posto avrebbe infatti “abbordato” una ragazza di un anno più grande, portandola in macchina e costringendola ad un atto sessuale contro la sua volontà.
Continua dunque il trend negativo della Liguria, tra le regioni con la più alta incidenza di violenze sessuali insieme a Emilia Romagna e Trentino Alto Adige, con il 71% delle vittime maggiorenni e il 79% di nazionalità italiana, secondo gli ultimi report del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Viminale.
Dopo le prime indagini, il GIP di Genova ha convalidato fermo e inserimento in una comunità nei confronti del presunto stupratore a sue spese. Nonostante le autorità abbiano confermato la fondatezza delle accuse della ragazza e la colpevolezza dell’individuo, domani, lunedì 4 settembre, gli avvocati del diciassettenne proveranno a ribaltare la sentenza.
I prossimi passi della giustizia
Nell’aula del tribunale del Riesame di Genova, la difesa chiederà infatti una riduzione della pena, spingendo per i domiciliari o addirittura per una assurda scarcerazione. A questo punto sorge spontanea una domanda: se la violenza è stata confermata dagli investigatori, com’è possibile che possa anche solo essere valutata una potenziale liberazione di un soggetto che potrebbe molestare o violentare altre ragazze?
Per quanto i particolari della vicenda siano coperti dal segreto istruttorio, non è difficile immaginare il dramma di quei momenti né tantomeno il trauma e gli strascichi della violenza sessuale sulla vita della vittima. Dunque, perché mettersi il prosciutto davanti agli occhi e non comprendere la reale gravità di un ennesimo atto del genere?
Poco importa se si tratta di un minore, perché una mostruosità del genere, se confermata, non merita attenuanti di alcun genere, bensì la certezza di una punizione. Ad ogni modo, nei prossimi giorni si conoscerà la risposta del tribunale alle richieste della difesa, nella speranza che la giustizia faccia il proprio corso.