Bocciato il progetto di Ponte Somalia dal comitato territoriale regionale
Il rendering del progetto. Fonte: superba.srl

Bocciato il progetto di Ponte Somalia dal comitato territoriale regionale

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Ulteriori complicazioni sul trasferimenti dei depositi chimici dal quartiere di Multedo al Ponte Somalia, nel Porto di Genova. La scorsa settimana si era pronunciato Ministero dell’Ambiente che ha reclamato la competenza statale sul progetto, arrivato qualche giorno fa, con la necessità di una Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) nazionale. In aggiunta a questo, nella mattinata di ieri il Comitato tecnico regionale (Ctr) ha respinto la pratica.

Il voto è arrivato all’unanimità. Dell’organo di controllo regionale fanno parte i Vigili del Fuoco, la Capitaneria di porto, Arpal, Asl3, Inail… ma anche i due enti locali i cui titolari si sono fatti promotori del progetto, ossia Comune di Genova e Regione Liguria. La bocciatura, stando a quanto emerso finora, dipenderebbe da gravi carenze in materia di sicurezza.

Non è stato sufficiente per avere l’approvazione aver calato i numero dei serbatoi da 74 a 71, rispetto al piano originario. Anche così i nuovi depositi dovrebbero movimentare tra le 300mila e le 400mila tonnellate di prodotti liquidi chimici ogni anno, comprendo un’area di Ponte Somalia ben superiore rispetto a quella occupata al momento a Multedo, pur rimanendo sempre a stretto contatto con un quartiere residenziale. Si parla infatti di circa 78mila metri quadri di banchina.

Le problematiche evidenziate dal Ctr si concentrano su una sottovalutazione del rischio, anche a causa dell’effetto domino.

La documentazione presentata, inoltre, presenterebbe ancora un errore nell’albero dei guasto relativi al caso in cui il serbatoio in fase di carico andasse in sovrariempimento, un problema evidentemente già evidenziato ma non corretto.

Due sono le preoccupazioni principali:

  • l’analisi incidentale in merito alla dispersione dei fumi di combustione, che non considera né il contesto orografico intorno a Ponte Somalia, né il fenomeno dell’inversione termina, che è molto frequente nella zona del porto;
  • inoltre, il Ctr aveva richiesto che l’analisi di rischio fosse estesa anche alla nave e alla casistica in cui un qualsiasi incidente (per esempio, dalla rottura di una manichetta a una vera e propria esplosione) partisse dall’imbarcazione. La risposta di Superba però è stata molto lacunosa e non ha considerato gli effetti che gli scenari più gravi potrebbero avere sullo stabilimento.

Negli ultimi anni il progetto, che dovrebbe assorbire anche 30 milioni di euro pubblici, stanziati con il decreto Genova post Morandi, ha fatto storcere il naso praticamente a chiunque. Tra gli oppositori si va dal comitato degli abitanti di Lungomare Canepa ai grandi armatori come Grimaldi. Anche i principali sindacati hanno già annunciato in diverse occasioni mobilitazioni e scioperi da parte dei lavoratori portuali se il progetto arrivasse a compimento.

Nel frattempo a ottobre si attende il pronunciamento del Tar Liguria sui molteplici ricorsi presentati da vari soggetti giuridici, tra i quali anche il Municipio Centro Ovest.

Eppure, per Giovanni Toti e Marco Bucci non esiste altro sito possibile per i depositi chimici che Ponte Somalia

La frase «il nuovo sito industriale sarà realizzato nell’area più idonea e logisticamente attrezzata del porto di Genova» ritorna nella documentazione del progetto ma è stata pronunciata spesso negli ultimi mesi sia dal Sindaco di Genova che dal Governatore della Regione Liguria. Non esisterebbero alternative al sito di Ponte Somalia, secondo loro.

Il sindaco di Genova Marco Bucci e il governatore ligure Giovanni Toti hanno ripetutamente detto che non esistono alternative a Ponte Somalia.

Il presidente della Regione non si è lasciato colpire nemmeno dal pronunciamento del Ctr ligure, che non rappresenterebbe una bocciatura ma il normale procedimento burocratico all’insegna della correttezza amministrativa.

«Si tratta di un chiarimento, peraltro sollecitato dalla Regione, in merito alla competenza a curare il procedimento di Via che, in base al decreto legislativo 152/2006, spetta allo stesso Ministero. Si stanno strumentalizzando a livello politico questioni giuridiche non ancora definite: il fatto che la valutazione di impatto ambientale sia gestita a livello ministeriale è semmai il segno della ponderazione e dell’attenzione che l’amministrazione regionale dedica a questa vicenda. Stesso discorso vale per la posizione assunta dal Ctr regionale, che peraltro riguarda la sola completezza del progetto e non la localizzazione dei depositi chimici: il parere del Ctr chiede semplicemente una maggiore documentazione per affrontare la pratica, manifestando la necessità di approfondire alcuni temi che è giusto che vengano approfonditi».

Giovanni Toti

Tuttavia il passaggio dalla VIA regionale a quella statale e il parere del Ctr potrebbero valere quanto meno una rivalutazione del progetto.

Nel frattempo sembrano riprendere credibilità tre alternative scartate in passato:

  1. ricollocazione sulla testata di una delle banchine del Porto Petroli, sempre a Multedo; l’impianto, con il calare dei traffici petroliferi, potrebbe essere più rapido da adattare alle necessità di Superba e Carmagnani. Chiaramente questa soluzione non piace agli abitanti di Multedo, che chiedono da tempo di essere liberati da questa servitù;
  2. trasferimento sempre a Sampierdarena ma in uno spazio acqueo protetto, una soluzione più gradita ai terminalisti adiacenti e che aveva avuto l’ok anche per quanto riguarda la movimentazione delle navi chimichiere che dovrebbero trasportare i prodotti verso i depositi;
  3. infinite, rimane aperta la soluzione off-shore, che sposterebbe i depositi a ridosso della diga del Porto di Genova Pra’. Questa soluzione, quella forse preferita dal Ministero dei Trasporti, permetterebbe una migliore manovrabilità delle navi e un conferimento dei materiali in maggiore sicurezza.

Secondo Marco Bucci, anche se queste opzioni sono sul tavolo, nessuna è valida quanto Ponte Somalia. Il Sindaco di Genova ha dichiarato anche che l’attesa del VIA nazionale non comporterà ritardi importanti sul procedimento dei lavori.

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Scettiche le opposizioni: per il PD il diktat delle istituzioni bloccherebbe soltanto i progetti

«Nel perfetto stile Toti e Bucci, anche il trasferimento dei depositi chimici è finito nel diktat “o così o così”, azzerando ogni alternativa e confronto con chi evidenzia problematiche rispetto alle decisioni prese. Il risultato: ogni progetto viene rispedito al mittente; non c’è un’idea che riescano a portare a compimento e tutto manca di chiarezza e trasparenza. Alla fine rimane tutto bloccato. Prima la Liguria si libera di questi pesi prima ricomincia a costruire il proprio futuro. Il duo del “fare” si conferma sempre più il duo del “fare male”».

Il PD locale parte all’attacco delle due istituzioni con una nota congiunta dei segretari Dem, Davide Natale per il PD ligure e la sua controparte cittadina, Simone D’Angelo.

“Per il trasferimento di Carmagnani e Superba da Multeldo a Ponte Somalia, durante le audizioni in Ctr erano state avanzate molte perplessità da parte dei consiglieri del Pd sulla sicurezza del progetto. il Ctr respingendo il piano stesso, di fatto, blocca il trasferimento delle due società», continuano i due rappresentanti PD. «Chiediamo nuovamente a Toti e Bucci, sperando di essere ascoltati, di venire in Consiglio regionale e comunale per chiarire quello che sta succedendo ufficialmente. È il momento di fare una discussione generale sul futuro dei porti liguri, capire quale idea hanno dell’organizzazione del sistema portuale.

Il PD infatti sembra preoccuparsi che le dichiarazioni di Tajani in merito al privatizzazione dei porti si trasformino in un vero e proprio punto programmatico per Forza Italia

«Quando partiranno le ZLS, i cui incomprensibili e oramai insostenibili ritardi stanno danneggiando le imprese liguri, quali priorità infrastrutturali vengono individuate per la crescita del sistema ligure, quanto sta accadendo in riferimento alla realizzazione della diga e la fattibilità del progetto di posizionamento del rigassificatore».

Una discussione generale, conclude la nota del Pd “che deve essere fatta pubblicamente e deve essere capace di coalizzare tutte le forze che in questi mesi si sono impegnate per chiedere a chi governa e amministra il territorio di modificare i progetti e aprire il confronto con le comunità”.

Ai due Dem ha risposto seccamente Toti: «Il Partito Democratico mette tutto in una sorta di macedonia, da temi nazionali che non c’entrano nulla con la vicenda come la proposta di Tajani ad aprire i porti agli investimenti privati fino alla politica portuale. Quel che è certo è che il Pd non ha mai dato una soluzione alternativa alla questione, si è sempre limitato a dire di no. Siamo tutt’orecchi: se hanno un’idea su dove mettere i depositi chimici la rendano nota, ma in due anni di dibattito questa responsabilità non se la sono mai assunta, così come in vent’anni di governo della città non si sono assunti molte altre responsabilità, tanto è vero che i problemi li abbiamo dovuti risolvere noi al loro posto».

Ponte Somalia, il progetto di Superba bocciato dal comitato territoriale regionale
Fonte: superba.srl

Nel frattempo, Superba ha a disposizione dieci giorni per colmare le lacune evidenziate dal Ctr sul progetto di Ponte Somalia

In quanto soggetto promotore del trasferimento, sarà infatti proprio Superba a ricevere a breve le criticità osservate dal Comitato e a dover valutare come modificare il progetto per cercare di ottenere il via libera a iniziare il lavori. La risoluzione ha richiesto al Ctr ben otto mesi di valutazioni, quasi il doppio del tempo precisto per una pratica come questa.

All’incontro di ieri ha sorpreso l’assenza di un rappresentante di Palazzo San Giorgio. L’Autorità di sistema portuale attende sempre la nomina di un commissario in sostituzione di Paolo Emilio Signorini, che in questi giorni ha iniziato la nuova avventura come AD di Iren. Malgrado ADSP non sia tra i soggetti con diritto di voto nel Ctr, dato il suo ruolo nella programmazione del futuro del Porto di Genova ci si aspettava un invito a una seduta così importante. Ponte Somalia, con tutte le sfaccettature della vicenda, sarà una questione pesante sulla scrivania del commissario, chiunque sarà nominato.

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