Porto imperiale di Traiano
Ostia

Il porto imperiale di Traiano (dal 105 d.C.)

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Nel secondo secolo d.C. l’esigenza di ottimizzare gli approvvigionamenti dell’impero di Roma giunto sotto Traiano al massimo della potenza economica e militare portò l’impero ad investire risorse pubbliche cospicue per la realizzazione di un nuovo impianto portuale più riparato sicuro e moderno, adeguato alla sempre maggiore e crescente mole dei traffici marittimi internazionali che in quegli anni di grandezza e splendore vide toccare l’apice assoluto della storia di Roma antica.

Al precedente impianto portuale di Claudio, che mantenne una funzione di rada anche in seguito all’abbandono causato dagli insabbiamenti e dall’avanzare della linea di costa del Tirreno verso l’interno, venne aggiunto un bacino artificiale di forma esagonale, ritenuto più idoneo alle operazioni di attracco, carico e scarico delle merci.

Scavato per intero nella terraferma, il nuovo porto imperiale di Traiano fu collegato al Tevere mediante un nuovo sistema di canali dal 105 dopo Cristo, anno della sua definitiva costruzione.

Il molo, progettato così come l’intera struttura dall’architetto e scrittore romano di origine nabatea, Apollodoro di Damasco, particolarmente stimato e considerato dall’imperatore Traiano, misurava su ognuno dei lati 358 metri e la sua superficie totale era di circa 33 ettari.

Il bacino poteva ospitare all’interno almeno 200 navi di grande tonnellaggio che potevano attraccare alla prima fila della banchina e scaricare merci, soldati, schiavi e animali provenienti da ogni parte dell’impero.

Il faro del porto fu realizzato sulla copia di quello del porto di Leptis Magna, nella Libia attuale.

Attualmente l’intera zona è suddivisa tra il demanio statale e privati e comprende anche una parte dell’insediamento limitrofo di Portus, l’antica cittadina che nel 314 d.C. ottenne dall’imperatore Costantino il titolo di “Civitas” che le garantiva totale autonomia amministrativa da Ostia.

L’intero bacino esagonale di Traiano, comprensivo dei resti delle strutture di stoccaggio ad esso pertinenti, ricade ai giorni d’oggi in aree di proprietà privata in prospicienza con il sito di Portus, che insieme alla parte in cui anticamente ricadevano i mastodontici magazzini di stoccaggio merci, gli “Horrea”, fanno parte della pertinenza della Sovrintendenza Archeologica di Roma.

L’ingresso alle aree archeologiche suddivise ma comunque visitabili e aperte al pubblico è ubicato in corrispondenza dell’antica linea di costa di epoca tarda, in prossimità delle mura difensive della struttura, innalzate in seguito tra il V e il VI sec. d.C.

Alcune importanti università e scuole archeologiche straniere sono impegnate da diversi anni in progetti di ricerca nel sito archeologico di Portus tramite la stipula di convenzioni con la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma (sede di Ostia), riguardanti lo studio dei sistemi portuali dell’antica Roma ed il sistema di stoccaggio delle merci.

Il sito di Porto è attualmente oggetto di studio all’interno di un progetto didattico finanziato dalla Commissione Europea (2010-2013) dal titolo “European Youth meet the Cultural Heritage”, che prevede un partenariato tra Comuni di Italia, Grecia, Malta e Romania per lo sviluppo di un modello europeo di valorizzazione del patrimonio culturale pensato per le nuove generazioni.

Nel prossimo capitolo parleremo della via Severiana.

Fonti bibliografiche: 

 – Ida Baldassarre, Irene Bragantini, e Chiara Morselli, Necropoli di Porto. Isola Sacra, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1996, ISBN 978-88-240-3863-8;

– Ranuccio Bianchi Bandinelli, Il maestro delle imprese di Traiano, Roma, Mondatori Electa, 2003, ISBN 978-88-370-2667-7;

– Lorenzo Di Domenicantonio, Portus, Milano, Andromeda Editrice, 2008, ISBN 978-88-88643-65-6;

– Stefano Lesti, Ostium e Portus dalle origini antiche all’età moderna. Edizioni International Multisport Foundation (2019); 

 – Sergio Nesi, Il Comandante Nesi: un “Alcione” dalle ali spezzate, Milano, Lo Scarabeo, 2004 ISBN 978-88-8478-060-7;

– (en) Lidia Paroli e Kristina Strutt, Portus: An Archeological Survey of the Port of  Imperial Rome, a cura di S. J. Keay e Antonia Arnoldus-huyzendveld, Roma, British School at Rome, 2006 ISBN 978-0-904152-47-0;

– C. Pavolini, La vita quotidiana a Ostia, 1986, Roma-Bari;

– Fiumicino tra cielo e mare, una storia da vedere, Associazione Promozione Litorale, direttore Caterina Dini, prima edizione novembre 2000, Roma. 

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Il porto di Claudio (42-64 d.C) 

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Info Stefano Lesti

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Stefano Lesti, classe 1970, vive e lavora a Roma. Scrittore, giornalista, saggista, poeta e divulgatore storico; dirige giornali e la comunicazione di importanti società sportive nazionali.

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