Processo Torre Piloti: tutti assolti gli imputati coinvolti nella crollo della Torre che il 7 maggio 2013 uccise nove persone dopo l’urto con la nave cargo Jolly Nero. Esplode la rabbia dei parenti delle vittime deluse dalla sentenza: “i potenti non si toccano! il porto di Genova non si tocca!” ha accusato Adele Chiello madre di una delle vittime.
Tutti assolti gli imputati del crollo Torre Piloti e verdetto completamente ribaltato. Questa la decisione arrivata ieri mattina nel processo d’appello del secondo filone dell’inchiesta per la tragedia.
Cancellate quindi tutte le sette condanne inflitte in primo grado compresa quella all’ammiraglio Felicio Angrisano, ex comandante della Capitaneria di porto di Genova e poi divenuto comandante generale delle Capitanerie di porto. Angrisano era stato condannato a tre anni nel procedimento riguardo la collocazione e la costruzione della Torre Piloti. Difeso dagli avvocati Carolina De Ferrari ed Ernesto Monteverde, è stato assolto con la formula “perché il fatto non costituisce reato”
Processo Torre Piloti: le richieste del procuratore generale Enrico Zucca
Per tutti e quattro gli imputati maggiori: Angrisano, gli strutturisti Angelo Spaggiari e Mario Como e Paolo Grimaldi era stata chiesta una riduzione tra sei mesi e un anno rispetto alla condanna iniziale dal sostituto procuratore generale Enrico Zucca. Era invece stata chiesta la conferma della condanna a un anno per Giovanni Lettich della Corporazione piloti. Era imputato anche l’ex presidente di sezione del Consiglio dei lavori pubblici Ugo Tomasicchio. Le accuse erano omicidio colposo e disastro colposo.
Processo Torre Piloti: l’esito di ieri mattina
L’esito del verdetto di ieri mattina invece ha ribaltato ogni pronostico: assolti in primo grado Paolo Tallone, ufficiale della Capitanerie di Porto; Sergio Morini, anche lui della Corporazione Piloti; Gregorio Gavarone, della Rimorchiatori riuniti, e Roberto Marzedda, anche lui della Rimorchiatori ed Edoardo Praino, ex funzionario del Cap. Condannati invece al risarcimento delle parti civili l’Autorità Portuale, e i ministeri dei Trasporti e della Difesa.
La rabbia dei parenti
Al termine della lettura della sentenza è esplosa la rabbia di Adele Chiello, mamma della vittima Giuseppe Tusa sottocapo di seconda classe. E’ stato merito della donna infatti se si è aperto un secondo filone di indagine riguardo la collocazione della Torre a filo di banchina, opponendosi alla richiesta di archiviazione.
La rabbia della madre è stata incontrollabile, rivolgendosi al giudice ha urlato che i grandi del Porto sono intoccabili e che suo figlio non si è certo ucciso da solo.
“Sono tutti colpevoli, quanto vale la vita di un morto? I potenti non si toccano! Il porto di Genova non si tocca. I giudici non avevano un figlio lì sotto”, la reazione di Adele Chiello.
Delusione anche per Michela Cecconi, vedova di Michele Robazza una delle nove vittime:
“È l’ennesima giornata di delusione e amarezza e da questi processi mi sarei aspettata più giustizia. Sono sentenze che abbattono” ha commentato al termine dell’udienza.
Il prossimo 6 maggio – in prossimità con l’anniversario della tragedia – invece si sarà l’udienza presso la corte d’appello di Genova riferito alle responsabilità di chi era alla guida della nave per rideterminare le pene del comandante della Jolly Nero Roberto Paoloni, del primo ufficiale Lorenzo Repetto e del direttore di macchina Franco Giammoro.