Si è tenuto ieri, giovedì primo dicembre, l’Healthcare Summit 2022 organizzato dal Sole 24 Ore per fare il punto sulla situazione sanitaria nazionale e sulla missione salute del PNRR.
Alla conferenza ha partecipato il ministro della sanità Orazio Schillaci. Già veterano della pandemia di Covid-19 e membro dell’attuale esecutivo, era l’ospite ideale per fare il punto su quello che si è fatto e quello che si intende fare.
Proprio sulla gestione del virus, il Ministro ha sottolineato come sia emersa la debolezza del nostro sistema sanitario. “Abbiamo investimenti che riguardano la rete di prossimità e la telemedicina che hanno come finalità la riorganizzazione della rete territoriale.” Infatti la pandemia avrebbe “ampiamente dimostrato come la fragilità maggiore sia dovuta alla medicina territoriale“.
Schillaci non nega gli investimenti fatti dai Governi precedenti, ma sottolinea: “Gli incrementi che ci sono stati nel 2020 e nel 2021 sono stati conseguenza della pandemia di cui tutti avremmo volentieri fatto a meno. Il nostro sforzo con una manovra che è stata licenziata in un mese è stato di mettere la sanità al centro dell’attenzione.”
Rivendicata, dunque, la bontà della bozza per la prossima finanziaria. “Nonostante una situazione economica complicata dovuta alla post pandemia, alla guerra in Ucraina e alla crisi energetica, il Governo ha messo oggi sulla sanità 2,2 miliardi di euro in più rispetto a quanto previsto per il 2023. Questo è una chiara inversione di tendenza. Se andate a vedere la spesa sanitaria dal 2013 al 2019, purtroppo il fondo sanitario è sempre stato definanziato”
Mancano i soldi per il prossimo anno
Tuttavia, 2 miliardi in più rispetto all’anno scorso significa quasi un miliardo e mezzo in meno rispetto a quanto era stato promesso e di cui ci sarebbe bisogno. Così come gli investimenti in materia di sanità degli anni scorsi sono bastati solo a contenere il virus, così questi nuovi soldi bastano giusto a pagare le bollette per i primi mesi del 2023. Una mancanza che promette di aggravare ulteriormente la precaria situazione negli ospedali italiani e liguri.
Nella nostra regione mancheranno quasi 70 milioni e la situazione promette di precipitare.
La voragine di organico ha già spinto molti reparti ed ospedali a rivolgersi ai sindacati. Gli operatori sanitari non sanno come coprire i turni ed i contratti d’emergenza per il covid sono in scadenza a fine dicembre.
Proprio nel reparto Covid dello Scassi la carenza di personale ha portato all’aggressione delle due infermiere di turno da parte di un paziente.
Ignorando la presenza di pazienti provenienti da reparti psichiatrici o problematici, le due giovani operatrici sono state lasciate sole a gestire la notte. Uno dei pazienti ha dato di matto, spedendole entrambe al pronto soccorso, fortunatamente con una prognosi non grave.
Una manovra che metta al centro la sanità avrebbe forse risparmiato su condoni e misure di bandiera e avrebbe investito di più sugli ospedali.
Ti può interessare leggere anche
Tagli alla scuola: i sindacati promettono proteste