Il Governo taglia i nuovi fondi alla sanità: Liguria con 70 milioni in meno nel 2023

Continuano in Liguria le disavventure sul fronte sanità. I budget ristretti hanno bloccato le assunzioni dei concorsi e, visti i contratti per l’emergenza COVID in scadenza a dicembre, il grosso buco d’organico potrebbe presto diventare una voragine. I disagi sono già palpabili ed il caro energia ha colpito duramente anche gli ospedali. La risposta sarebbe dovuta arrivare da Roma, con un finanziamento di 3,6 miliardi di euro per l’anno prossimo. Il testo approvato dal Governo, però, ha ridotto questi investimenti a 2 miliardi, con ricadute molto problematiche sulla sanità pubblica di tutto il paese e per la Liguria in particolare.

Buco nei fondi della Liguria per 70 milioni

Circa un 1,5 miliardi dei nuovi fondi “serviranno solo a pagare le bollete” spiega il presidente dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) Giovanni Migliore. “Nei primi sei mesi del 2022 abbiamo già stimato un incremento dei costi energetici pari al 70% con punte del 90%“. Questi fondi in meno si traducono per la Liguria in una perdita di 70 milioni alla sanità, con i costi per l’energia in rialzo di 30 milioni nei primi 9 mesi del 2022. La situazione rischia di diventare insostenibile, con i sindacati degli infermieri sul piede di guerra per i turni massacranti e la mancanza cronica di organico a fronte di un concorso la cui graduatoria resta bloccata.

Il presidente della Liguria, Giovanni Toti si scarica della responsabilità. “Non mancano 70 milioni alla Liguria“, spiega. “Mancano alcuni miliardi alla sanità italiana. La sanità italiana vale sul Pil un paio di punti in meno delle migliori sanità europee, come quella britannica e tedesca. L’appuntamento è con il Governo per discutere della nuova legge di stabilità su cui le Regioni non sono ancora state consultate.” Le regioni, dunque, potrebbero avere ancora margine di manovra per recuperare i tagli. D’accordo con questa linea sembra essere il direttore del dipartimento Salute della Regione Liguria Francesco Quaglia, che sostiene che ci sia ancora spazio per discutere con Roma. Per martedì prossimo è stata fissata una riunione.

Il finanziamento previsto al momento per la Liguria è sottostimato rispetto alla richiesta e alle esigenze di una regione che ha il record di popolazione anziana” spiega. “Stiamo lavorando per cercare di fare alzare la quota del fondo nazionale 2022 anche per equilibrare la riduzione delle risorse per il caro-energia e il Covid

Non solo una questione di soldi

Per Giovanni Toti, il problema non riguarda solo i fondi, ma le regole. Per il Presidente della Liguria il nostro paese avrebbe norme antiquate rispetto alle competenze degli infermieri e alla struttura del sistema sanitario. Il metro di paragone sono paesi come Francia e Gran Bretagna.

Per quanti soldi ci dia il governo oggi non troveremo medici di urgenza, non troveremo ginecologi e un sacco di specialità mediche. All’estero, gli infermieri fanno triage, operazioni molto vicine al mondo medico perché sono universitari molto specializzati. Con i soldi non si compra quello che non c’è: occorre cambiare le regole di ingaggio dei medici nei pronto soccorso, occorre cambiare le regole di ingaggio degli infermieri, medicalizzandoli come avviene in Gran Bretagna e in Francia, occorre accrescere responsabilità e ruoli degli oss.

 

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