Paul Roland nasce nella contea del Kent nel 1959, ma il suo spirito vittoriano è come se fluttuasse da sempre attraverso le nebbiose campagne inglesi.
Sulla scena dal 1979, si è contraddistinto per il suo stile particolare e per i testi incentrati su novelle horror, racconti gotici e folkloristici.
Personaggio poliedrico (è anche scrittore e giornalista), con la musica ha saputo esprimersi al meglio con un’eleganza tutta british, tanto da meritarsi l’appellativo di “Lord Byron del Rock“.
Grazie all’uso di strumenti inusuali quali il violino e la spinetta, ha dato vita ad un sound particolarmente intrigante, che rimanda sovente all’800.
Con “Gargoyles“, l’undicesimo lavoro della sua lunga discografia, ci riporta ai suoi capolavori del passato quel “Cabinet of curiosity” o “Duel” dove Paul si è espresso ai massimi livelli.
Dieci tracce, oltre ad un inedito, “Down to the bone“, ed il rifacimento di “Doctor Roque” (dall’album omonimo) nella versione cd rispetto al tape, con tracce più che eloquenti come la title track oppure in “Aleister Crowley“, suo personale omaggio al padre dell’esoterismo, fanno di questo nuovo capitolo un importante tassello della sua carriera artistica.
La delicatezza della sua voce accompagna perfettamente gli accordi della chitarra acustica in “Atlantis” ma l’essenza dell’artista è espressa al meglio nella child ballad “the Grey cock“, qui riproposta nella versione tradizionale.
Un lavoro molto interessante soprattutto per chi vuole avvicinarsi a sonorità diverse, che non fa che confermare le doti artistiche di questo personaggio, tanto amato soprattutto in Germania e nel nostro paese.
” they feast the eyes on the street bellow and lick their lips like carrion crown“
“GARGOYLES”
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