L’Osservatorio Nazionale Adolescenza ha rilevato come il 15% dei ragazzi dai 14 ai 19 anni ha scommesso online in maniera sistematica. Il 13% ha giocato d’azzardo in rete (soprattutto poker) e il 25% si è recato direttamente nei centri scommesse. 3 adolescenti su 10 ha giocato nelle sale slot e oltre 6 su 10 ha acquistato un gratta e vinci.
Tutto questo nonostante una Legge dello Stato lo vieti.
Dati questi in aumento che sono causa di forte disagio familiare non solo emotivo, ma anche economico.
Le cause sono molte. Certamente la struttura sociale attuale spinge al consumismo e alla competitività. I giovani hanno necessità di raccogliere risorse economiche per comprare il superfluo e nello stesso tempo sentirsi competitivi attraverso una eventuale effimera vittoria.
È ben noto però come dal punto di vista statistico e scientifico giocare d’azzardo significa a medio termine perdere sempre.
Come per tutte le dipendenze si inizia in modo occasionale, ma poi attraverso un continuum se ne diventa schiavi e si perde ogni interesse per la vita.
A questo comportamento irrefrenabile si associa il consumo di alcol e/o sostanze o una qualche forma di disturbo alimentare.
D’altra parte i meccanismi neuro-fisio-patologici sono gli stessi per tutte le dipendenze: sia chimiche che comportamentali.
Anche da questa dipendenza non si può guarire, ma come per tutte le dipendenze si può curare per “tenere lontano il problema”.
Altresì anche per questa dipendenza le misure farmacologiche sono pressoché assenti e i percorsi psicoterapeutici sono certamente utili, ma non risolutivi (almeno così dice l’evidenza scientifica).
Pertanto è opportuno coinvolgere la famiglia di questi adolescenti e lavorare all’interno dei gruppi di auto aiuto (giocatori anonimi, club alcologici territoriali, gruppi per familiari, ecc).
I gruppi di auto aiuto sono efficaci, hanno un riconoscimento scientifico e consentono di mantenere in sobrietà l’adolescente in una percentuale elevata di casi.
Il servizio che accoglie il paziente e la famiglia deve avere la capacità di inserire questi giovani nei gruppi.
Spesso i ragazzi (e spesso anche le famiglie) rifiutano questo metodo in quanto non lo reputano un percorso idoneo per loro, ma soprattutto lo reputano faticoso.
Mettersi in gioco è complicato per tutti! Meglio un farmaco o una seduta psicoterapeutica.
Il vero aspetto da considerare come sempre è la prevenzione.
Come sempre i problemi li troviamo nel comportamento degli adulti e nella pubblicità.
Cambiare gli adulti è difficile, ma far comprendere ai bambini che giocare d’azzardo non è conveniente e non da successo e che l’analisi dell’azione pubblicitaria è ipocrita e ingannevole li aiuterà certamente a diventare adolescenti consapevoli e quindi responsabili.
I genitori che non giocano d’azzardo continueranno a non farlo, ma quelli che lo fanno (seppur occasionalmente) devono smettere.
Non è possibile educare alla moderazione nei confronti di sostanze o comportamenti che possono dare dipendenza.
Purtroppo una percentuale di bambini o adolescenti che provano una volta possono rimanerne irretiti col tempo pur essendo soggetti strutturalmente responsabili.
Inoltre, i genitori devono essere vigili attraverso l’osservazione e l’ascolto dei propri figli.
Controllare e in caso venga identificato un comportamento inidoneo intervenire con tempestività e autorevolezza e in caso di dubbi parlarne con il pediatra o con il medico di famiglia.