“Onestamente non riusciamo a comprendere il motivo dell’abbattimento di questi poveri animali ormai diventati mascotte di centinaia di bambini e famiglie che ogni giorno si fermano a parlare con noi e, vedendoli, a sorridere ignari forse della loro sorte“.
L’incredulità, polemica, è dell’attivista per la difesa dei cinghiali del Parco della Maggiolina, Daniele Colla.
L’animalista ha affidato qualche giorno fa una missiva a uno degli organi di informazione della città. Il Parco della Maggiolina della Spezia, va premesso, da settimane ha per forza di cose, per necessità, in qualche misura cambiato forma. Diventando specificatamente casa di una famiglia di cinghiali che però potrebbe essere abbattuta a giorni.
“Sono uno degli animalisti – si presenta intanto Colla – presenti da giorni davanti al Parco della Maggiolina. Dopo 20 giorni di chiusura del parco, di comunicati, di speranze, di pianti, di insulti da parte di chi passa in macchina e ci urla di andare a lavorare (come se fossero al corrente delle nostre vite), sembra che si vada verso una decisione che nessuno di noi voleva. Ci sono leggi, c’è chi decide se un animale abbia o no il diritto di vedere il sole anche il giorno dopo. I cinghiali sono troppi, i cinghiali rovinano i raccolti, i cinghiali sono pericolosi“.
La questione, va aggiunto, è controversa.
Nel senso pure che è affrontata tanto in Italia come in tutt’Europa. Con la differenza che nell’ex Belpaese la caccia in genere è molto diffusa. E che sempre in Italia le politiche di inserimento specifico di queste specie di animali hanno portato a una difficilmente controllabile gestione della riproduzione.
“Pur capendo – scrive non a caso Daniele Colla – che il numero di esemplari sia enorme (grazie all’uomo), onestamente non riusciamo a comprendere il motivo dell’abbattimento di questi poveri animali ormai diventati mascotte di centinaia di bambini e famiglie che ogni giorno si fermano a parlare con noi e, vedendoli, a sorridere ignari forse della loro sorte. Peste suina? Non hanno peste suina. Pericolosi se riportati nel loro ambiente? Non sarebbero riportati nei boschi ma in un rifugio controllato da Lav (Lega anti vivisezione) dove verrebbero sterilizzati curati e rifocillati fino a morte naturale“.
Infine Colla ragiona: “La Regione Liguria è da molti giorni che sul tavolo ha questa possibilità. Non la vuole prendere in considerazione? Perché? Saremmo contenti noi animalisti, sarebbe contento chi lavora dentro al parco che ha tutta la nostra solidarietà per i giorni di lavoro persi, sarebbe contenta la cittadinanza che avrebbe nuovamente il parco fruibile. Non si comprende perché non ci sia apertura mentale verso una soluzione incruenta che nonostante tutto ancora chiediamo“.
Una vera e propria proposta. Ma apparentemente lontana dal realizzabile.
“Ci vuole poco ad essere giusti”, è ugualmente la chiosa.
Infine Colla saluta in qualche misura ricordando l’impegno diffuso degli animalisti, per un battaglia molto sentita soprattutto a Roma. Ma pure chi animalista non si sente, non lo è. Eppure spende solidarietà a questa causa.
“Chiudo ringraziando tutte le persone, animalisti e non – marca infatti Daniele Colla – che ci supportano da tutta Italia, ringraziando le persone che vengono tutti i giorni davanti ai cancelli dicendoci di non mollare e forse un giorno ringrazieremo anche la Regione per aver preso la decisione giusta. Noi saremo lì davanti fino all’ultimo”.
I prossimi giorni saranno comunque quelli decisivi.
Nunzio Festa