Maurizio De Giovanni è un artista a tutto tondo che guarda distrattamente un tavolo e inventa un racconto. Senza riflettere, senza pensare.
È pura magia.
“La letteratura è bella se popolare” che senso ha se nessuno può capirla?
Asserisce con naturalezza, come se l’arte del narrare dovesse fluire spontaneamente, così come avviene in lui. Che tratta di parole, che vive di parole. E che soprattutto arrivano, sempre.
Nella splendida cornice del Gran Caffè Gambrinus di Napoli, che ha visto intellettuali come Gabriele D’Annunzio e Oscar Wilde essere assidui frequentatori della nota caffetteria, De Giovanni si racconta prima di interpretare a teatro la sua ultima opera “Un volo per Sara”.
Nella sua spigliata disinvoltura ci racconta di una scrittura che è naturale prima di divenire disciplina e di un lettore che assurge a soggetto creativo di un’opera letteraria ancor più dell’autore stesso, che si limita a “raccontare una storia”.
La lettura è un atto fortemente creativo.
E poi con gli occhi brillanti ci racconta della sua Sara, protagonista forte, capace di compiere scelte e di affascinare nella sua sobrietà, con il suo amore per il giusto, la sua passione per la lealtà. Lineare ma intensa, che ha ancora molto da raccontare, dove nell’ultimo romanzo si scopre malinconica in un modo che strugge e conquista, stimola empatia, tenerezza senza scadere mai nel già sentito.
Maurizio De Giovanni è un lettore famelico, un estimatore profondo della parola. E la scrittura? Non è che un’intermediazione perché ogni storia nasce orale, per essere raccontata prima che scritta. Eppure all’autore riesce benissimo non solo tessere trame ma anche narrarle, con una scrittura fluida e cristallina, che avvolge ogni lettore e lo ammalia e lo incanta, appunto.
In teatro la presentazione (termine estremamente riduttivo) trasforma tutto in emozione e lo spettacolo si svela essere quasi onirico, poetico, musica e parole che si incastrano al meglio dando vita a qualcosa che è difficile dimenticare.
E coinvolge, immerge nei suoni, permette di immaginare i protagonisti, le scene, e così il romanzo prende completamente vita.
E il prossimo libro?
Sorride De Giovanni, anche con gli occhi, e ci svela: sarà adrenalina pura.
Ma questo non scriverlo.
[E io invece l’ho fatto N.D.R.]