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Le pagelle e il futuro del Festival di Sanremo 2022 – parte seconda

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Sono passati alcuni giorni dalla serata finale che ha visto trionfare “Brividi” nella kermesse canora più famosa del Belpaese, ma la sensazione che resta è quella di un Festival ben confezionato.

La professionalità è stata la linea conduttrice dei giorni sanremesi e, in seguito alla presenza del pubblico, si è anche liberata quell’atmosfera artefatta dello scorso anno.

Ecco la seconda parte delle pagelle, quella che non riguarda la musica, ma il contorno e soprattutto una riflessione sulla prossima edizione:

Amadeus: voto 9. Ineccepibile e a suo agio in un contesto che lo vede padrone di casa e deus ex machina. Man mano che passano gli anni si associa la presenza e la voce del presentatore al Festival di Sanremo, sembra che non possa esserci Sanremo senza di lui e questo potrebbe essere l’unico limite. Ma ne parliamo dopo.

Prima Festival: voto: 4. Che pochezza e falsità a buon mercato. Paola Di Benedetto a venderci finti scoop nel dietro le quinte. Roberta Capua ingessata signora con poco dinamismo e Ciro Priello poco ironico e ancor meno brillante. Il programma che introduce il Festival di Sanremo 2022 subito dopo il Tg1 non è stato un fiasco, perché non ci aspettavamo niente da pochi minuti di trasmissione, però è riuscito comunque ad essere disturbante.

Matteo Berrettini: voto 7.5. Ospite durante la prima serata, vorrei spendere una parola a favore del tennista. In un ambito inedito comunque ho apprezzato la presenza e il modo di essere di Berrettini che, a differenza di altri sportivi sul palco nel corso degli anni, è stato più sobrio ma lasciando una sensazione di un ragazzo intelligente da far seguire ai nostri figli come modello rispetto a Ibrahimovic della passata edizione.

Checco Zalone: voto 7. Mi aspettavo di più. Ospite della seconda serata a cui è stato affidato il lato comico della kermesse in sostituzione di Fiorello ha proposto tre momenti comici: una favola LGBT, la parodia di un rapper e la caricatura di un virologo. Quest’ultima forse la migliore, ma il momento problematico è stato durante il primo passaggio che ha dimostrato qualche limite nella scrittura a mio avviso. Forse ancor peggio è che ha fatto quello che mi aspettavo ma, non essendo io un comico o un super ospite, qualcosa non ha funzionato alla perfezione.

Lorenzo Jovanotti e Cesare Cremonini: voto 5.5. Lo ammetto, non andrebbero associati eppure mi hanno fatto lo stesso effetto. Una musica che si unisce al perbenismo intellettuale che hanno voluto mostrare da un certo punto della carriera. Riciclandosi come “ragazzi entusiasti e fragili, riflessivi e profondi” dopo esser scesi rispettivamente dallo skate e dalla Vespa degli inizi. Non trovo niente di genuino in loro, più di ogni altra cosa, la voglio di mostrarsi tali e potrete ingannare gran parte del pubblico, ma non me. Lo percepisco che sbuffate in camerino per mettere on stage un sorriso di plastica.

Ed è proprio da qui che parte la mia riflessione conclusiva sul Festival che verrà.

Attenzione Amadeus! Attenzione tutti voi che deciderete come organizzarlo! Attenzione perché siamo ad un passo dall’abitudine fatta kermesse, avverto che basta poco per ripetere un buon prodotto confezionato senza cuore.

Il passo è breve da far una buona edizione come questa ad una scialba politicamente troppo corretta. Seguire gli stessi binari (o discostarsi di poco da essi) potrebbe essere una noia mortale, potrebbe essere poco genuino, potrebbe essere il momento di osare.
Non dite che non ve lo avevo detto.

 

Può interessarti leggere > Le pagelle del Festival di Sanremo 2022: parte prima

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Info Francesco Crisanti

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Docente di lettere e storico dell'arte, ma anche collezionista di dischi, libri e fumetti. Ha pubblicato: "Un capolavoro senza tempo. La Basilica di San Piero a Grado", una guida sull'Abbazia di Borzone oltre ad un testo di narrativa per ragazzi intitolato "Ventitré" e ha un cassetto pieno di nuovi progetti, testi e idee che non vedranno mai la luce o forse sì... ci penseremo domani.

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