A quasi 80 anni dall‘entrata in vigore della Carta Costituzionale nel 1948, la Camera ha approvato Il disegno di legge che inserisce la tutela degli animali e dell’ambiente tra i principi fondamentali della Costituzione.
Un risultato atteso e a lungo ricercato che sancisce la vittoria del buon senso sul lassismo mantenuto sino ad oggi su questo grande tema.
Da ora quindi l’ambiente verrà considerato come un valore primario protetto dalla Costituzione.
Verrà aggiunto un comma all’articolo 9 in cui viene già menzionato il patrimonio storico e artistico in cui si parlerà di tutela degli ecosistemi e della biodiversità.
Oltre a questo verrà poi integrato l’articolo 41 con la chiarificazione che ogni iniziativa economica non arrechi danno all‘ambiente e alla fauna. Una grande vittoria per tutta l‘umanità.
La nuova legge, approvata con 468 voti a favore, esprime una chiara volontà da parte della politica di tutelare il patrimonio della biodiversità e degli ecosistemi da azioni predatorie.
Lo scopo è preservare e tutelare questa ricchezza per consegnarla alle generazioni future nelle migliori condizioni possibili.
Con queste integrazioni agli articoli 9 e 41 si va così a colmare un vuoto legislativo di cui non possiamo dare colpa ai padri fondatori. Del resto i problemi di cui ci stiamo occupando erano sconosciuti e imprevedibili per l’epoca in cui la Carta venne redata.
Viene sottolineato che le risorse naturali non sono infinite e per tale ragione non possono essere sfruttate in modo illimitato.
Un altro passo in avanti verso una maggior consapevolezza su quanto il tema ambientale stia diventando un argomento primario nell’agenda politica di tutti i paesi occidentali.
E’ bene tenere presente che la politica dei piccoli passi va benissimo in una condizione in cui vi è tempo per mettere in atto un programma di azioni correttive tese a scongiurare una certa situazione.
Purtroppo oggi la scienza climatica e ambientale, attraverso i report periodici dell’IPCC dell’ONU, ci sta dicendo che “stiamo ripetutamente bussando alla porta della catastrofe”.
Ciò che oggi serve è una azione forte, veloce ed immediata.
Se non ascoltiamo gli allarmi degli scienziati e agiamo di conseguenza entro i prossimi 10 anni non vi sarà poi altra possibilità di intervenire poiché il processo di degrado ambientale diventerà irreversibile.
Walter Pilloni
Divulgatore Ambientale