pagelle Sanremo 2022
Festival di Sanremo 2022

Le pagelle del Festival di Sanremo 2022: parte prima

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Al di là delle classifiche, oltre i premi della giuria e i risultati ufficiali, c’è qualcosa che trascende il Festival di Sanremo,  la competizione canora più celebre del nostro paese. Ossia il valore della musica.

I sommersi e i salvati della kermesse sanremese si confronteranno d’ora in avanti con il mondo reale della musica. Talvolta questo rapporto con la cruda realtà è stato uno scontro più che un incontro: dal successo dei Maneskin al flop dei Jalisse, dalla morte di Luigi Tenco alla rivalsa di Vasco Rossi.

La rubrica Soundcheck azzarda previsioni e registra impressioni a caldo all’indomani della chiusura dei battenti del Festival 2022.

Ecco la prima parte della pagella:

Achille Lauro: voto 7. Osa ma non troppo dal mio punto di vista. Mi è sembrato annoiato da Sanremo, lo preferivo come super ospite in grado di scompaginare ogni serata. Mentre stavolta uno dei più eclettici artisti italiani del momento si è limitato al compitino che, non vorrei essere frainteso, è comunque una resa superiore alla media di tutto il resto che si ascolta in giro in ambito mainstream.

Michele Bravi, Matteo Romano e Fabrizio Moro: voto 0. I peggiori in tutte le serate dell’Ariston. Non abbiamo niente contro di loro, però la pochezza di idee e le esecuzioni incolori, insapori e inodori rendono la loro presenza inutile.

Elisa: 8. La serata della cover con la performance della ballerina Elena D’Amario fa riemergere la grinta che ci aveva fatto innamorare della sua voce nel debut “Pipes & Flowers” di 25 anni fa, ma la crescita artistica è comunque innegabile da quel lontano 1997. Adesso è il momento della svolta tra il rilassamento sugli allori e la voglia di rimettersi in gioco. Questo festival potrebbe essere un bel punto da cui partire.

Massimo Ranieri, Gianni Morandi e Iva Zanicchi: voto 6. La percezione di essere su una nave da crociera o alla festa del Capodanno della terza età non ci abbandona mai, però c’è il mestiere e il decoro di saper tenere il palco. Ero pronto ad affossare e sparare a zero, invece si consideri questa sufficienza come un trionfo dei senatori.

Drusilla Foer: voto 9. Eleganza, spocchia, provocazione e comunque stile da vendere proprio per l’essenza alternativa. Vince tra tutte le co-conduttrici perché evita piagnistei, operazioni nostalgiche, tentativi forzati e mantiene l’attitudine che vorrei dalla valletta accanto ad Amadeus.

Mahmood insieme a Blanco: voto 9. Canzone da brividi, appunto… e fanno centro.

Chapeau in ogni esibizione compresa “Il cielo in una stanza” che rafforza la caratura dell’artista milanese dal padre egiziano. Li aspettiamo in tour perché dal vivo hanno una resa tutta da testare nella lunga durata.

La rappresentante di Lista: voto 8. Sono un duo che è un mio nervo scoperto lo ammetto, ma li trovo intelligenti, retrò al punto giusto e con un grande potenziale ancora da esprimere. Come teniamo d’occhio i Coma_Cose così non molliamo l’attenzione su Veronica e Dario e il loro pop provocante.

Il ritmo è la chiave di questo Sanremo e di queste pagelle, ma la chiave è la voglia di percepirlo ma non finiscono qua i nostri giudizi. Siamo solo alla prima parte…

 

to be continued…

 

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Info Francesco Crisanti

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Docente di lettere e storico dell'arte, ma anche collezionista di dischi, libri e fumetti. Ha pubblicato: "Un capolavoro senza tempo. La Basilica di San Piero a Grado", una guida sull'Abbazia di Borzone oltre ad un testo di narrativa per ragazzi intitolato "Ventitré" e ha un cassetto pieno di nuovi progetti, testi e idee che non vedranno mai la luce o forse sì... ci penseremo domani.

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