Secondo il CGIA, la Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato, fondata nel 1955 con lo scopo di rappresentare le micro piccole e medie imprese italiane dei settori industriali e commerciali, le misure del governo contro il caro bollette coprono solo il 6% degli aumenti.
Del rincaro previsto per il 2022 di 89,7 miliardi, 58,9 fanno capo alle imprese, e sono circa 500 mila i lavoratori dei settori energivori che rischiano il posto di lavoro. Si stima infatti che sono quasi 1,8 milioni le persone che lavorano in questi settori. Per questo la CGIA ha sollevato il problema della necessità di ottenere dal governo nuove risorse per fare fronte a questa evenienza.
Ma il caro bollette è un problema che investe tutta l‘Europa. In Germania, il governo guidato da Olaf Scholz sta valutando uno stanziamento di 130 milioni di euro per le famiglie in difficoltà a pagare il riscaldamento.
In Spagna, il governo pensa a buoni e sovvenzioni da fornire alle famiglie, dopo avere modificato sino ad aprile 2022 la tariffa di “ultima istanza” per il gas così da tutelare i piccoli consumatori.
In Francia, Macron ha regolamentato il prezzo contenuto del gas sino a giugno 2022. Nei Paesi Bassi, è stato ideato un pacchetto temporaneo una tantum che prevede anche la riduzione delle tasse sull’energia per famiglie e piccole e medie imprese. In Polonia, è stata ridotta l’IVA sul gas dal 23% all’ 8%.
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Caro bollette: le misure non bastano
Ma tornando all‘Italia, questa impennata delle materie energetiche significa una stangata media di circa 1.200 euro all’anno per famiglia. Il premier Draghi ha parlato di “situazione urgente che necessita di una risposta tempestiva”, e ha annunciato “ulteriori sostegni per famiglie e imprese consistenti nell’eliminazione degli oneri di sistema, nel taglio degli incentivi alle fonti rinnovabili e dell’IVA, oltre che nella possibilità di rateizzazione dei pagamenti per le fasce più vulnerabili”.
Si calcola che gli interventi interesseranno circa 29 milioni di famiglie e 6 milioni di imprese.
In sintesi, le cause del caro bollette risiedono nello squilibrio tra la forte domanda, e la scarsa offerta dovuta anche alla limitazione dei flussi provenienti dalla Russia.
Secondo Alberto Ciò, direttore di Rivista Energia, “la crisi dei prezzi dovuta all’aumento del costo del gas naturale dovrebbe risolversi con la fine della stagione fredda”, ma è anche convinto che “si dovrebbe intervenire sulle cause del problema per evitare che si ripeta, anziché limitarsi a misure immediate di contenimento del danno”. Una soluzione, secondo Alberto Ciò, è quella di ridurre l’esposizione al mercato spot del gas, e cioè la compravendita immediata, a favore di contratti a lungo termine con prezzi ben definiti.
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