L’autostima è la capacità di osservare sé stessi e di amarsi per quello che si trova.
Questa possibilità la possiamo coltivare ogni volta che mettiamo in dubbio le credenze che ci hanno portato a stare male.
Su Internazionale, il filosofo Alain de Botton spiega come le nostre scelte siano coinvolte rispetto alle nostre emozioni e come queste ultime siano condizionate dal nostro passato subìto.
«Ci sono persone che sembrano sempre sfortunate in amore, nonostante si impegnino al massimo. […] Ma in realtà la sfortuna non c’entra, tutto dipende dal loro atteggiamento: spesso rifiutano i rapporti più affettuosi, convinti di meritare di essere trattati male»[1]
Alain de Botton è fondatore di un canale su YouTube: The School of Life, in cui propone al pubblico video animati esplicativi di problematiche esistenziali, che interessano da vicino le nostre emozioni.
Il modo in cui apprezziamo noi stessi è frutto delle nostre scelte passate e queste sono state condizionate dal mondo che abbiamo vissuto fino a quel momento.
Se abbiamo subìto violenze, fisiche o psicologiche, siamo poco inclini ad autostimarci e tendiamo a svalutarci, a evitare di farci dei complimenti da soli.
Sul perché, invece, gli auto-complimenti siano importanti e con loro anche tutte le azioni che ci valorizzano individualmente, ci viene in aiuto come prova del nove il principio di complementarità tra cause ed effetti.
Se ciò che penso con forza mi porta verso ciò che desidero per il mio bene, allora può andare bene per me. Invece, se ciò a cui dedico molto pensiero porta le mie azioni verso situazioni in cui mi trovo male e di cui sento il disagio e il dolore, allora nei miei pensieri creduti c’è qualcosa che non va bene per me.
La domanda personale urgente resta dunque: cosa è bene per me?
E per poterne rispondere c’è bisogno di potersi osservare, per conoscersi meglio e riconoscere quelle autentiche parti di sé, senza il bisogno di nasconderle sperando in un affetto sbagliato.
Avviene di occultare le proprie qualità, per via dell’abitudine a essere maltrattati da chi vorremmo ci elargisse l’affetto sperato e rischiamo di non notare le situazioni propositive, in cui altre persone ci porgono sinceri complimenti o desiderano amarci, accorgendosi, meglio di noi, delle nostre parti qualitative.
Ci accade, in questo modo, di non dare la giusta attenzione alle situazioni propositive e, addirittura, di poterle odiare, perché ci fa paura cambiare, perché ancora traumatizzati, perché ci ricordano quello che di noi non vogliamo amare: le parti autentiche di noi stessi, le nostre bellezze.
Conserviamo questi atteggiamenti di chiusura, perché abbiamo paura di sbagliare di nuovo e di continuare a soffrire, ma poi capiamo che siamo solo noi ad attuare sofisticate difese, perché non era colpa nostra di avere subìto violenze dagli altri e non eravamo noi a volere soffrire dal principio.
L’autostima non è un semplice concetto, uno stato, un livello di arrivo: questa è un’arte quotidiana, una pratica continua, è la ricerca maieutica del primo vero amore, quello verso tutte le bellezze della propria persona.
[1] https://www.internazionale.it/video/2022/01/12/perche-non-trovo-partner