David Sassoli

“L’Unione Europea non è un incidente della storia.”: l’eredità politica e morale di David Sassoli

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Chi scrive conosce bene la Sindrome della Pagina Bianca, quel terribile blocco che ti prende davanti ad una pagina immacolata, quaderno o computer che sia. 

A me non capita spesso, anzi direi che mi capita di rado. Ho sempre talmente tanti pensieri che mi frullano per la testa che devo continuamente prendere nota.

No, la pagina bianca non è quasi mai un mio problema. Ho detto quasi, perché oggi, ad esempio, invece lo è.

Il problema, però, non è tanto il sapere di che cosa scrivere – lo so perfettamente – quanto piuttosto decidere come scrivere e, soprattutto, che cosa non scrivere.

Devo mettere da parte gli occhi lucidi –  non mi vergogno a dirlo, mi viene da piangere dall’immensa tristezza che provo – e scrivere.

Sì, è da quando ho appreso della morte di David Sassoli che sono pervasa da una tristezza infinita.

Sicuramente la sua prematura scomparsa va ad aggiungersi a tutti i lutti che io, come altre migliaia di persone, siamo stati costretti a subire negli ultimi due anni.

La morte di un essere umano è già di per sé un fatto doloroso sempre e comunque.

Nel caso dell’ex Presidente del Parlamento Europeo entrano in gioco alcuni fattori che aumentano il dispiacere per la sua dipartita. In primis l’età – 65 anni sono davvero pochi – e poi sicuramente la stima ed il rispetto che fin dagli esordi hanno accompagnato la sua persona.

Ricordo bene quando la sera, seduta sul divano accanto alla mia mamma, ascoltavamo il telegiornale: il volto sorridente, il sorriso aperto, la voce dolce e pacata.

David Sassoli entrava in punta di piedi nelle case degli italiani per raccontare i fatti del giorno.

Intelligente, acuto, ironico, non ha mai avuto bisogno di strillare, di gridare frasi ad effetto.

La sua presenza è sempre stata credibile e rassicurante: anche di fronte a notizie tragiche il volto si faceva scuro senza perdere gentilezza ed eleganza.

Un uomo dai principi solidi e con due grandi passioni: il giornalismo e la politica.

 

David Sassoli

Nel 2009 inizia la sua carriera politica e anche in questo ambito lo accompagnano il rigore, la serietà, il lavoro instancabile a difesa della democrazia, dei più deboli, dell’ideale dell’Unione Europea.

Il suo discorso di insediamento alla presidenza dell’Assemblea di Strasburgo è da leggere e rileggere, per intero.

“L’Unione Europea non è un incidente della storia. Io sono figlio di un uomo che a vent’anni ha combattuto contro altri europei, e di una mamma che, anche lei ventenne, ha lasciato la propria casa e ha trovato rifugio presso altre famiglie. Io so che questa è la storia anche di tante vostre famiglie e so che se mettessimo in comune le nostre storie e ce le raccontassimo davanti ad un bicchiere di birra o di vino, non diremmo mai che siamo figli o nipoti di un incidente della Storia.”

David Sassoli era un uomo di grandi ideali che sapeva bene, però, quanto fossero indispensabili le azioni concrete a sostegno dei più deboli.

Era il 2019, ricopriva l’incarico di presidente dei parlamentari del Partito Democratico a Bruxelles e maltempo e gelo stavano imperversando.

Sassoli non impiegò molto tempo prima di scrivere ad Antonio Tajani una richiesta precisa ed accorata:

“Di notte serve aprire la sede del Parlamento europeo ai senzatetto perché è doloroso vedere tante persone cercare riparo dal freddo intenso agli angoli dell’edificio che ci ospita a Bruxelles. I poveri non possono aspettare e non possiamo restare indifferenti rispetto alle persone in grave difficoltà che tutte le notti dormono all’aperto cercando riparo all’esterno del Parlamento. Basta una passeggiata la sera per rendersi conto di quante persone hanno bisogno di aiuto e assistenza. Sarebbe un atto di grande umanità aprire di notte alcuni locali della sede del Parlamento europeo, senza compromettere funzionalità e sicurezza, per garantire un riparo adeguato. Sarebbe anche un gesto nobile di vicinanza alla città di Bruxelles, molto impegnata in iniziative di solidarietà in grado di alleviare tanta sofferenza e garantire assistenza alle persone in difficoltà.”

Il Presidente Sassoli era così: formazione cattolica, spirito laico, passione civile, pragmatismo ed efficienza.

Pacato e cordiale nelle relazioni umane, ha lasciato di sé un ottimo ed indelebile ricordo indipendentemente da partiti e paesi di appartenenza.

Ursula von der Leyen l’altro giorno lo ha ricordato così, in italiano: “E’ un giorno triste per l’Europa. Oggi la nostra Unione perde un convinto europeista. Un sincero democratico. Un uomo buono. Un uomo che ha difeso costantemente l’Europa e i suoi valori. Voleva che l’Europa fosse più unita. più vicina alla sua gente, più fedele ai nostri valori. Questa è la sua eredità ed è così che lo ricorderò, come un campione della giustizia e della solidarietà e come un caro amico.

Ursula von der Lyen con Davide Sassoli

E poi Mattarella, il Papa, Draghi, tutte le più alte cariche italiane ed europee per i funerali di Stato. Insieme a migliaia di cittadini per l’ultimo saluto ad un uomo che fino all’ultimo ha fatto della gentilezza il suo tratto distintivo.

Ha intelligentemente ignorato qualsivoglia cattiveria sia stata detta a riguardo della malattia che l’aveva colpito.

E’ andato oltre e ha continuato a lavorare fino all’ultimo accanto ai suoi cari.

Ecco, credo che la grandezza di un essere umano, indipendentemente dal lavoro che svolge, sia misurabile in una cosa, in particolare: nella capacità di ispirare negli altri comportamenti migliori grazie al proprio esempio.

Personalmente questo ha rappresentato e continuerà a rappresentare David Sassoli: con le sue richieste cortesi, ma pragmatiche e risolute per l’aiuto nei confronti dei più deboli e per la capacità di non gettare benzina sul fuoco di polemiche sterili, ignoranti e portatrici di inutile odio.

Anche per scrivere queste righe in suo ricordo ho seguito lo stesso principio: ignorare notizie e personaggi negativi che troppo spesso, invece, riescono a finire in prima pagina con le loro spregevoli congetture e con l’arroganza ed ignoranza che li contraddistingue.

Perché è più facile ribattere in malo modo e fare polemica a tutti i costi.

Perché le brutte notizie vincono su televisioni e social.

Perché è difficile ignorare la cattiveria altrui e andare avanti, come ha fatto il Presidente.

Sono certa che David Sassoli non sarà dimenticato.

Sol chi non lascia eredità d’affetti poca gioia ha dell’urna scriveva Ugo Foscolo. E Sassoli, invece, lascia eredità di affetti ed eredità politiche e morali che sicuramente non andranno disperse.

La ringrazio di cuore Presidente David Sassoli e le prometto che cercherò di tenere fede ai suoi preziosi insegnamenti.

Sit tibi terra levis.

 

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Rosella Schiesaro©

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Da Savona a Cortona, la mia città dell’anima. Sono giornalista e da oltre vent’anni mi occupo di ufficio stampa e relazioni esterne per televisioni, aziende e privati. Il diario di Tourette è il mio magazine, Giorgio Caproni il mio poeta e Vasco Rossi il mio cantante. Mi sono laureata con il massimo dei voti con una tesi intitolata Giorgio Caproni: dalla percezione sensoriale del mondo all’estrema solitudine interiore. In occasione dei centodieci anni dalla nascita del poeta, ho ideato In viaggio con Giorgio Caproni, un percorso di lettura unico e coinvolgente che conduce alla scoperta delle sue poesie più significative. Racconto il mondo con passione, sensibilità e uno sguardo sempre attento alla bellezza nascosta nelle parole e nelle storie.

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