In cima al monte Cucco è sopravvissuta per decenni una villa che domina l’intera zona del porto sul quartiere di San Teodoro a Genova.
Prima della Seconda Guerra Mondiale, quella villa era un osservatorio della Marina Militare e i bombardamenti distrussero l’edificio. Ma questo non impedì a tre famiglie di sceglierlo come propria dimora.
Il colore particolare, interamente nero, non ha donato alla costruzione una buona immagine ma una serie di tragedie che vi sono avvenute hanno ammantato la casa di un alone poco rassicurante.
Nel febbraio del 1966 nella Casa Nera di San Teodoro l’episodio più triste.
Un bambino di circa 12 anni venne trovato morto nel pozzo dopo giorni di ricerche. Scomparso misteriosamente, il ragazzino venne cercato dai genitori e dalla popolazione che viveva nella zona.
La Casa Nera era un luogo di giochi per i bambini, ma il dubbio che il piccolo potesse essere salvato si tramanda con le leggende.
Il clamore suscitato spinse le famiglie a tenere i bambini lontani e i loro giochi si spostarono in altre zone del quartiere.
Le gite alla Casa Nera divennero missioni per i più audaci, che volevano sfidare la paura di quei luoghi.
La casa rimase abbandonata ancora a lungo e i tentativi di impedire l’accesso agli estranei apparivano come uno stimolo ad entrare più che un divieto.
Qualche anno dopo la tragica morte del ragazzino nella casa nera venne trovato morto un clochard.
Il luogo venne indicato come sede di culti satanici, ed è probabile che il suo totale abbandono abbia contribuito a circondare la Casa Nera di San Teodoro di un alone di mistero intriso di una qualche maledizione.
Recentemente l’abitazione è passata di proprietà, tornando nella disponibilità di privati che l’hanno restaurata apprezzandone la posizione dominante.
In vero, però, qualcuno ha già sussurrato di rumori sinistri che ancora oggi verrebbero uditi da chi frequenta la zona.
Per adesso io ne passo alla larga. Non mi sento pronto a chiarire questo mistero.