LiguriaDay Quotidiano online
“IL CORTEO DEGLI ESULI ! IL CORTEO DEGLI ESULI!” Uno strillone d’altri tempi urlerebbe così la notizia del corteo che si è svolto ieri a Genova. Dove per esuli si intende tutti coloro che non possono o non vogliono vaccinarsi. Ma prima di proseguire facciamo un piccolo sforzo.
Proviamo a soffermarci sul fatto che cultura significa anche pensare il pensiero dell’altro.
Facciamo che eravamo noi quegli esuli che manifestavano ieri contro questa “Patria” interamente corpo, interamente Booen, interamente diritto terraneo, interamente sistema che ha tradito i diritti fondamentali dell’individuo.
Facciamo che eravamo noi quegli esuli che manifestavano non solo contro una legge iniqua e malandrina, ma anche contro il ghigno e il sarcasmo dell’arroganza politica. A tal punto arrogante da sbandierare i propri intenti in faccia alla nazione.
Ecco, facciamo questo sforzo, per un attimo soltanto.
Noi siamo quegli esuli che hanno paura di iniettarsi quel siero perché un nostro amico è morto e noi abbiamo paura, perché è anticostituzionale, perché prendiamo farmaci insidiosi, perché qualcuno ci sta mentendo, perché il nostro corpo è nostro e non della nazione, perché il Green Pass non è strumento sanitario ma economico… e per questo ci tolgono il lavoro impedendoci di sfamare i nostri figli, di curarli, di pagare mutui o affitti…
Mentre scrivo mi viene in mente Il discorso alla Nazione europea del 1932 di Julien Benda, che rivolgendosi ai dottori di tutti i paesi diceva “Tocca a voi proclamare alle vostre nazioni ch’esse sono perpetuamente nel male, per il solo fatto di essere nazioni (…) Plotino arrossiva di avere un corpo. A voi tocca essere quelli che arrossiscono di avere una nazione (…) Fate l’Europa, anche sovrana, e il Dio dell’Incorporeo vi sorriderà“.
Ebbene, l’Europa è fatta, il suo corpo pure, e l’incorporeo, purtroppo, ha abbandonato il suo destino di incompiuto per trasformarsi nel potere silente che stordisce e seduce.
Ecco, non c’è voluto molto a immaginarsi esule. 1 minuto e 96 secondi, tanto dura questa lettura.
