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Un fuoco che brucia lento: recensione del libro di Paula Hawkins

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Torna in libreria l’autrice regina delle fascette dei suggerimenti letterari col thriller “Un fuoco che brucia lento”. Dopo il successo planetario de La ragazza del treno, che si è fregiato anche di una trasposizione cinematografica con una strepitosa Emily Blunt nel ruolo della protagonista, e Dentro l’acqua, secondo romanzo di Paula Hawkins, l’autrice è diventata, per un certo periodo, una vera e propria influencer letteraria. Per anni ad ogni suo suggerimento di lettura di un qualsiasi libro da lei letto si è riscontrato un positivo incremento di vendite del romanzo consigliato. Il perché è presto spiegato: Paula Hawkins con la sua penna ha un po’ mescolato i canoni del thriller creando una rosa di personaggi spezzati.

Non troverete mai buoni e cattivi nei suoi libri, ma persone con più scheletri che abiti dentro l’armadio. Questa ambivalenza nelle caratterizzazioni fa sì che il lettore perda la bussola, e il risultato è un insieme di personaggi tutti ugualmente sospettabili. Dentro l’acqua non mi aveva entusiasmato, avevo pensato che Paula avesse perso lo smalto di autrice che ti tiene sul filo del rasoio, ma con Un fuoco che brucia lento è tornata con prepotenza a farmi leggere voracemente un thriller perdendo il senso del tempo. Siamo a Londra, e su una delle case galleggianti del Regent’s Canal viene rinvenuto il corpo di un ragazzo. È la sua vicina di barca, Miriam, a scoprire il cadavere e lanciare l’allarme. La vittima è Daniel Sutherland, un giovane rampollo caduto in disgrazia e costretto a vivere su una casa galleggiante. Miriam dalla scena del delitto sottrae qualcosa e dalle indagini emerge anche il nome di una ragazza che ha trascorso con la vittima l’ultima notte, ed è stata vista da un testimone allontanarsi con gli abiti insanguinati. La ragazza in questione è Laura. Vive ai margini della società, ha un carattere irruento, difficoltà a gestire la rabbia e, da piccola, ha avuto un incidente che le ha compromesso alcune facoltà mentali. Laura non ricorda quasi nulla di quella notte, era ubriaca e fatica ad accettare di aver fatto del male al suo amante occasionale. E infine c’è una terza donna, la zia di Daniel, Carla.

Daniel era il figlio della sorella defunta di Carla. Con la zia non aveva un buon rapporto. Carla si era chiusa in se stessa in seguito ad una tragedia personale isolandosi da tutti. Anche Miriam sembra poco propensa a collaborare con le indagini e non ha alcuna intenzione di rivelare di aver sottratto qualcosa dalla scena del crimine. In passato si è fidata di qualcuno che credeva amico e ne è uscita con le ossa rotte. Autrice in erba, aveva affidato la lettura del suo manoscritto, una sorta di memoir con una storia raccapricciante all’interno, ad uno scrittore famoso che se ne era impossessato pubblicandolo a proprio nome. Non si fida di nessuno Miriam, e l’oggetto preso nella barca di Daniel potrebbe offrirle la possibilità di riprendersi ciò che le è stato sottratto. A intervallare i capitoli di Un fuoco che brucia lento c’è un altro libro, parti di una storia che sembrano totalmente fuori contesto creano confusione buttando benzina su un fuoco che è una debole fiammella ma che, col passare del tempo, assume i contorni di un incendio di dimensioni disastrose e devastanti.

Nutro grandi perplessità quando un romanzo viene pubblicizzato all’inverosimile e Paula Hawkins ha sempre diviso i lettori: c’è chi la considera una vera autrice, una di quelle in grado di arrovellare le menti dei suoi lettori, e chi invece solo il frutto di una campagna pubblicitaria senza precedenti. È vero, non è tra le scrittrici più prolifiche, scrive poco, si concede ancor meno, i suoi libri o si amano o si detestano. Personalmente non mi lascio mai influenzare dalle critiche per partito preso, preferisco conoscere la materia e parlarne con cognizione di causa e, se vi dico che Un fuoco che brucia lento è un thriller che vi farà perdere il sonno, credetemi e correte a comprarlo. Non sarà difficile immedesimarsi in quelli che io chiamo i suoi personaggi spezzati, il suo marchio di fabbrica; non sarà difficile perché tutti noi abbiamo vissuto qualcosa nella vita che ci ha spezzati: un lutto, una delusione, una tragedia. C’è chi reagisce chiudendosi nel proprio dolore, chi cerca di dimenticare annegando nell’alcol e chi medita vendetta. E, quando è il dolore totalizzante a muovere le nostre azioni, quello è un fuoco davvero impossibile da domare.

Loreads _del blog Esmeralda Viaggi e Libri

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