Cervo. Basta il nome, senza ulteriori spiegazioni. Lo sanno fino in America che Cervo è uno dei borghi più belli d’Italia, e non è solo uno slogan, è la pura e semplice realtà.
E la piazza San Giovanni Battista che funge da sagrato per la chiesa “dei Corallini” – la più bella chiesa barocca della Liguria fuori di Genova, dice chi se ne intende – è indubbiamente una delle più suggestive piazze d’Italia; come disse la sera di venerdì 23 luglio il contrabbassista jazz Rosario Bonaccorso.
Certo, in estate si può andare a Cervo anche per una vacanza balneare, ma non è il mare ciò che lo rende affascinante: questo gioiello dell’urbanistica ligure merita di essere conosciuto per la bellezza del suo centro storico, per il rebigo dei suoi vicoli che dal castello dei Clavesana scendono ripidi verso il mare con archivolti, scalette, piazzette, i portoni di qualche palazzo nobiliare e discreto.
Amo questo borgo soprattutto nelle tranquille, fresche, luminosissime giornate d’inverno, quando nei caruggi ci sono solo i gatti e la Corsica appare grigia e azzurra all’orizzonte; e pazienza se i ristorantini, i baretti e i negozietti che animano e colorano il borgo durante l’estare nei mesi “addormentati” sono quasi tutti chiusi.
Ma altrettanto affascinante Cervo lo è in estate durante il Festival Internazionale di Musica da Camera, che in questo 2021 è giunto alla sua 58° edizione e per una dozzina di sere tra luglio e agosto rende la piazza della chiesa dei Corallini uno dei più importanti luoghi di cultura d’Italia.
Festival di Musica da Camera
Il nome “Festival di Musica da Camera” è impreciso e incompleto, e non solo perché i concerti non si tengono “in camera” ma appunto sulla piazza, all’aperto, sotto un cielo che quando gli spettatori iniziano a prendere posto è ancora ben luminoso e via via si fa più cangiante fino al blu-nero della notte, magari con la luce della luna a rendere più magico l’ambiente e lo spettacolo. Nome impreciso anche perché gli artisti chiamati a esibirsi spaziano in generi musicali diversi, dal jazz al teatro, e ai quintetti d’archi segue il bandoneon, al pianoforte la chitarra o il sax, per tacer di Roberto Vecchioni, affezionato ospite degli eventi culturali di Cervo da molti anni.
Sono ben conscio del fatto che in questa estate 2021 – come in tutte le estati precedenti la pandemia, ma forse quest’anno ancora di più per soddisfare l’enorme desiderio che quasi tutti abbiamo di uscire, di incontrare gente, di fare cose per strada e insieme – il calendario degli eventi estivi in Liguria è strapieno di festival musicali e letterari, di performances teatrali e artistiche nel senso più lato possibile. Da Ventimiglia a Sarzana, da Luni ad Airole credo che tutti i comuni della regione, anche i più piccoli, abbiano organizzato qualche evento gioiosamente culturale e socializzante dall’inizio di luglio alla fine di agosto (poi si sa, ricominciano le scuole, si torna al lavoro, e buonanotte ai suonatori…).
Ma indubbiamente, e non sono mica solo io a dirlo, il Festival di Cervo è uno degli eventi di maggiore importanza e risonanza internazionale. Ed è così da più di mezzo secolo.