Un museo tra gli alberi, tanti alberi. Non ci sono teche o lunghi corridoi illuminati, eppure anche qui si racconta una storia che parte da lontano per arrivare ai giorni nostri, tra attrezzi antichi e moderni oggetti di design.
Sono tornata al Lago delle Lame di Rezzoaglio per visitare il Museo del Bosco del Parco dell’Aveto. Un allestimento permanente nel cuore della foresta che illustra il legame che da sempre lega l’uomo alla risorsa legno e il fondamentale ruolo che questa ha per la vita del bosco stesso.
La “porta” del Museo del Bosco dà accesso alla sezione che più entusiasma i bambini, un percorso tra ponticelli e rii, curiose sculture di animali e grandissime matite colorate, a ricordarci il rapporto quotidiano che abbiamo con il legno.
Il bosco, apparentemente quieto, è in realtà una “casa” affollata da tante specie animali. Lo scopriamo passo dopo passo lungo il sentiero dedicato alle tracce e alle tane.
Impronte piccole e grandi da riconoscere, fatte che segnalano il passaggio di animali, buche, cavità negli alberi e nidi che possono ospitare il variegato popolo della foresta.
E poi c’è il sottobosco, su cui si depositano gli aghi delle conifere, le foglie, i piccoli frutti legnosi che arricchiscono il suolo di sostanze organiche, assicurando la vitalità dell’ambiente forestale. Ma che possono anche diventare riparo o nutrimento per la piccola fauna di insetti e invertebrati.
La presenza di diversi alberi condiziona le caratteristiche del fondo forestale: aghi o foglie, pigne o frutti legnosi, pezzi di corteccia.
È divertente scoprirne la diversa consistenza in un piccolo percorso sensoriale che si può fare anche a piedi nudi!
Qui c’è anche il cimitero degli alberi, un esempio di buona pratica forestale del “legno morto” che ho già osservato durante la visita alla Riserva Naturale Orientata delle Agoraie.
È una tecnica di gestione sostenibile che lascia nel bosco alberi morti, vecchie ceppaie e qualche catasta di legno tagliato perché possano essere un rifugio per la piccola fauna. Ma rappresentano anche un microhabitat indispensabile per la sopravvivenza di insetti e funghi, che proprio nel legno trovano nutrimento.
Il “legno morto” dunque è fonte di vita per l’intera foresta.
Che attraverso questo lento e continuo processo di degradazione mantiene un’elevata biodiversità.
Nella ex casermetta forestale, il Parco ha allestito un’esposizione multimediale dedicata al legno come risorsa economica, attraverso i diversi utilizzi che hanno accompagnato l’evoluzione dell’uomo. E scopro alcune curiosità legate alla storia locale.
Sapevate che i remi delle galee della Repubblica di Genova venivano realizzati con il legno di faggio proveniente dai boschi della Val d’Aveto?
Uno dei primi esempi di filiera produttiva che collegava l’entroterra al mare.
Un legame, quello tra le foreste dell’Appennino e la costa, che ritroviamo anche in un oggetto di design unico conosciuto e apprezzato in tutto il mondo: la Sedia di Chiavari.
Questa straordinaria creazione artistica di inizio ottocento del Campanino viene realizzata con legno proveniente preferibilmente dai boschi e dalle foreste dell’Appennino ligure, come indicato dal disciplinare di produzione.
Ancora oggi gli artigiani chiavaresi scelgono con cura il legname locale da tagliare e stagionare per poi plasmare la Chiavarina.
Capolavoro di leggerezza e solidità che, pur nell’evoluzione delle linee, mantiene inalterate le tecniche costruttive originarie.
All’interno della capanna degli attrezzi invece è raccolta una collezione di oggetti antichi appartenenti alla tradizione rurale, utilizzati per la lavorazione del legno e per il suo trasporto.
L’esposizione all’aperto del Museo del Bosco si completa con la sezione dedicata all’impiego del legno per la produzione di energia, dalle biomasse legnose al carbone.
Troviamo anche la replica di un’antica carbonaia e un modellino che spiega le tecniche di accatastamento della legna e le diverse fasi del processo di cottura.
Proprio qui qualche anno fa, in occasione dell’inaugurazione del Museo, ho assistito alla ricostruzione di questa antica pratica di trasformazione della legna in carbone, ad opera di boscaioli locali che hanno formato la montagnola, con il suo camino centrale e gli sfiati laterali.
Il Museo del Bosco è accessibile tutto l’anno negli spazi esterni, condizioni meteo e innevamento permettendo. Nel periodo estivo, da fine giugno a inizio settembre, il Consorzio “Una Montagna di Accoglienza nel Parco” ne cura l’apertura dal venerdì alla domenica, con visita agli allestimenti interni e percorsi guidati.
E dopo un giro al Museo si può sostare per un picnic, utilizzando i tavoli a disposizione vicino al Lago delle Lame, o partire per un’escursione lungo i sentieri del Parco.
L’area del Museo è raggiungibile in auto, lasciandosi alle spalle il capoluogo Rezzoaglio e proseguendo lungo la SP in direzione Santo Stefano d’Aveto.