primo selfie Vasco
Vasco Rossi sul Palco di Sanremo

Il primo selfie di Vasco? L’ha fatto con me!

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Tempo di lettura: 2 minuti

C’era una volta un’intervista con Vasco…

Rosella Schiesaro, piacere.” “Vasco Rossi, il piacere è tutto mio. Posso chiederti come hai fatto ad arrivare qui?”
Il qui era il retro del campo sportivo di Pietra Ligure, 8 agosto 1989 e Vasco – era l’anno di Liberi Liberi – aveva deciso di non parlare per un po’ con la stampa perché ad ogni intervista che rilasciava si ritrovava a leggere cose che lui non aveva detto. Ai tempi non c’era ancora la mitica Tania Sachs che avrebbe poi, nel corso degli anni, “educato” i giornalisti a riportare più fedelmente le dichiarazioni di Vasco… Agenda sottobraccio, macchinetta fotografica usa e getta nello zainetto, sei ore di richieste urbi et orbi a poliziotti, carabinieri, guardie del corpo: nessuno si è salvato dalla mia testardaggine.

Che poi a me non interessava tanto l’intervista, a me interessava incontrare Vasco di persona e capire che uomo fosse nella realtà.

“Ci ho messo sei ore, ma adesso sono qui.”

Ai tempi lavoravo per una televisione privata e ovviamente scrivevo a penna sull’agenda mentre Vasco, che nel mentre mangiava pomodoro e mozzarella, mi raccontava degli anni di ragioneria, dell’università a Bologna, di Paola la compagna dell’epoca – una Capricorno testa dura come te mi disse – quella Paola di “E magari se lei fosse stata con me adesso sarei sposato…” E poi ricordava i primi concerti, quando salire sul palco era difficile perché Vasco è sempre stato un timido che con gli anni, da grande professionista qual è diventato, ha imparato a gestire ansia e paura e a sconfiggerle sul palco con la sua immensa bravura. Le canzoni di Vasco dagli anni 80 in avanti sono diventate la colonna sonora di intere generazioni e ci hanno accarezzato e accompagnato, ci hanno fatto ballare e ci hanno anche aiutato a tenere sveglia la nostra coscienza.

Il popolo del Blasco era tutta gente a posto

Niente e nessuno ha fermato Vasco e il suo popolo, alla faccia del famoso articolo di Nantas Salvalaggio del 1980: un’accozzaglia di insulti e di giudizi che altro che body shaming. Un articolo supponente, arrogante, intriso di cattiveria ed invidia alle quali mamma Novella ribattè con una lettera tanto educata, gentile e piena di verità. Vasco rispose in musica, come nel suo stile, nel 1982 con Vado al massimo:
Voglio vedere se davvero poi si va a finir male. Meglio rischiare, che diventare come quel tale, quel tale che scrive sul giornale.” https://youtu.be/IkBTGj0tG00
E mentre ricordava “quel tale”, sorseggiando acqua minerale, pareva quasi imbarazzato per il tale perché Vasco è davvero un’anima gentile.

Sono diventati veri e propri inni generazionali molte sue canzoni cantate a squarciagola da ragazzini cresciuti con le sue parole oneste e sincere che arrivano sempre dritte al cuore e alla testa.

Ogni concerto di Vasco è una bolla spazio temporale perfetta che non scoppia neppure dopo Albachiara: rimane sospesa nel tempo, incisa nella memoria di ogni singola persona presente.

I concerti di Vasco sono eventi catartici e almeno una volta nella vita bisognerebbe provarne uno.

Tanto più nel 2022, dopo tutta questa clausura forzata, andare a vivere un concerto di Vasco sarà davvero una medicina per l’anima.
Selfie con Vasco
Vasco Rossi nel suo camerino
La cena pre concerto era finita e la nostra chiacchierata si era spostata nel suo camerino: Vasco aveva i capelli lunghi e la bandana, jeans e maglietta. Oggi è una rockstar, l’uomo dei record mondiali, ma quando leggo o ascolto una sua intervista, le sue stories su Instagram, i suoi post, rivedo quegli occhi azzurri di un azzurro profondo che commuove. Occhi azzurri e sinceri, di un uomo che si è sempre mostrato per quello che è  e che ha saputo valorizzare, grazie alla sua intelligenza e sensibilità, le sue origini a Zocca, da dove a 18 anni devi necessariamente scappare per vincere la “noia” e dove, poi, puoi tornare vincitore.

Erano tempi diversi, ovvio: mentre Vasco si raccontava non c’era nessun cellulare pronto a girare video o a scattare foto per Facebook.

Vasco era anche più libero, non c’erano i giornalisti in agguato per intervistarlo – li aveva cacciati tutti! – e Pietra Ligure mica era San Siro.

Però sarebbe mancato poco…

Il 10 luglio 1990 il Komandante infiamma Milano e San Siro

Il primo, vero bagno di folla per Vasco e lì non ci ho nemmeno provato ad incontrarlo.

Poi, in fondo, avevo già raggiunto il mio obiettivo: confermare a me stessa e dimostrare ai suoi detrattori incravattati – compreso il tale del giornale – che Vasco era ed è un uomo eccezionale.

Oggi ho scritto di lui per ringraziarlo: perché è un uomo intelligente, sensibile, timido, onesto, sincero, disponibile e in questi quarant’anni di carriera è rimasto autentico come le sue canzoni.

Ho ancora i fogli dell’agenda con l’intervista e ogni volta che la rileggo mi accorgo che è sempre attuale.

Selfie con Vasco
Il mio selfie con Vasco

Alla fine, prima di salutarlo, ho timidamente tirato fuori dallo zainetto la macchinetta usa e getta e gli ho chiesto se potevo scattare qualche foto.

Senza saperlo, avevo fatto il primo selfie con Vasco!

Io e lui davanti allo specchio: ho scattato e sì, lo so, è rimasto meglio lui e di me si vedono a malapena le mani, ma ragazzi, non era mica un Iphone!

Adesso aspettiamo il nuovo disco in uscita il 21 novembre, data palindroma. E nel mentre, come dice il Komandante, cerchiamo tutti di arrivare vivi, sani e lucidi al 2022… Grazie di tutto Vasco! Rosella Schiesaro Foto articolo Rosella Schiesaro
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Info Rosella Schiesaro

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Nata a Savona, di origini toscane, Rosella Schiesaro ha svolto per più di vent'anni attività di ufficio stampa e relazioni esterne per televisioni, aziende e privati. Cura per LiguriaDay la rubrica Il diario di Tourette dove affronta argomenti di attualità e realizza interviste sotto un personalissimo punto di vista e con uno stile molto diretto e libero. Da sempre appassionata studiosa di Giorgio Caproni, si è laureata con il massimo dei voti con la tesi “Giorgio Caproni: dalla percezione sensoriale del mondo all’estrema solitudine interiore”. In occasione dei centodieci anni dalla nascita del poeta, ci accompagna In viaggio con Giorgio Caproni alla scoperta delle sue poesie più significative attraverso un percorso di lettura assolutamente inedito e coinvolgente.

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