Liquore di Erba Luisa
Un rametto di Erba Luisa

Liquore di Erba Luisa: un fine pasto, dal gusto retrò

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I pranzi eleganti di una volta, nelle tipiche famiglie genovesi, solevano concludersi con un bicchierino di digestivo di color verde e dal sapore dolce e agrumato: era il liquore di Erba Luisa, di produzione rigorosamente casalinga.

Soppiantato negli anni dal limoncello amalfitano o da amari decisamente più forti, resta – a mio parere – un prodotto finissimo, che evoca sognanti atmosfere d’antan e conferisce al fine pasto un tocco di eleganza ineguagliabile.

Per prepararlo si utilizzano le foglie di una pianta arbustiva e floreale, della famiglia delle verbenacee originaria del Sudamerica, la Lippia citriodora.

Questa pianta fu introdotta in Europa nel ‘600 ad opera dei coloni ispanici. L’epiteto specifico citriodora deriva dal latino e significa “dal profumo di limone” per il forte aroma che si sprigiona dalle sue foglie.

Ma non per questo va confusa con la lemongrass, come è chiamata la Cymbopogon citratus nel mondo anglosassone, che infatti è una graminacea di origine orientale.

Bottiglia di Liquore di Erba Luisa
Bottiglia di Liquore di Erba Luisa

Le origini del Liquore di Erba Luisa

Il collega Riccardo Albericci, a cui ricorro per le scienze botaniche, precisa che la definizione odierna di questa pianta è Aloysia triphylla. Ma nella nostra regione permane l’appellativo di Erba Luisa, attribuitogli in onore di Maria Luisa di Parma, moglie di Carlo IV di Spagna, vissuta tra il 1700 e il 1800. Grazie a questa nobildonna, la pianta si sarebbe diffusa nel nostro continente ed in particolare nel nostro paese per via del clima particolarmente mite.

Da subito nota per le proprietà sedative, all’Erba Luisa – che infatti contiene melatonina – furono persino attribuite proprietà magiche. Si riteneva che fosse un filtro d’amore, per circuire colui o colei che si desiderasse.

Decisamente più prosaico il suo impiego in cucina dove un tempo se ne usavano le foglie per dare sapore di limone ai piatti di pesce, di pollo e altri volatili, per carni di maiale e selvaggina, oppure per insaporire dolci alla frutta o per preparare infusi o liquori.

Ed eccomi quindi giunta alla ricetta che ho scelto di proporvi questa settimana.

Si tratta del dosaggio tramandato nella mia famiglia, che ho scoperto differisce in alcuni passaggi da quelli comunemente riportati nei ricettari più diffusi. Ma che io apprezzo particolarmente per facilità di esecuzione e certezza del risultato.

Ingredienti per il Liquore di Erba Luisa: 

  • 100 grandi foglie di Erba Luisa, fate attenzione che la pianta non abbia già sviluppato le infiorescenze.
  • Mezzo litro di alcool per alimenti a 90°,
  • Mezzo litro di acqua,
  • gr 500 di zucchero semolato,
  • la scorza di un limone non trattato,
  • un baccello di vaniglia.

Preparazione del Liquore di Erba Luisa:

Ponete in fusione per 20 giorni, in un contenitore ermetico, le foglie ben pulite con un panno imbevuto di alcool, la scorza del limone privata della parte bianca ed il baccello di vaniglia e l’alcool, riponendo il tutto in un luogo buio e fresco.

Preparate uno sciroppo con l’acqua e lo zucchero. Fatelo raffreddare ed unitelo all’alcool filtrato. Imbottigliate subito, ma lasciate riposare per almeno 2 mesi prima di consumarlo.

Va servito ben freddo. È ottimo anche come base per la bagna dei dolci da farcire – debitamente diluito in acqua o latte.

Nota curiosa: inizialmente la pianta dell’Erba Luisa veniva impiegata per realizzare profumi. Vi stupirà sapere che ancora oggi è utilizzata in miscele di marche famose, come Givenchy.

 

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Info Maria Paola La Magna

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Studi giuridici. Ha svolto attività di PR per i primi 15 anni lavorativi, per poi dedicarsi al settore della Comunicazione nella Pubblica Amministrazione. Per passione è stata una pioniera dell'Home Restaurant a Genova. Il senso della continua ricerca estetica le proviene dal padre, il pittore genovese Raimondo La Magna.

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