Sono stati denunciati dai militari del nucleo metropolitano della Guardia di Finanza 22 studenti dell’Università di Genova e un professore esterno all’Ateneo.
Si facevano supportare via chat con suggerimenti e aiuti per superare gli esami scritti, oppure chiedevano al professore, dietro compenso, di scrivere la tesi al loro posto.
Il Rettore dell’Università di Genova, Federico Delfino è in attesa della comunicazione ufficiale delle denunce per poter convocare la Commissione disciplinare interna.
La Commissione, preso atto dell’inchiesta ed effettuate le dovute verifiche, potrà assumere provvedimenti che possono arrivare fino alla sospensione per 18 mesi.
Le indagini degli investigatori del primo gruppo delle Fiamme gialle, guidati dal colonnello Ivan Bixio, sono partite dopo la segnalazione dello stesso ateneo.
L’ateneo aveva infatti riportato una sospetta compravendita dei testi per la prova scritta dell’esame di Ragioneria Generale.
Da quanto emerso, gli studenti ricevevano suggerimenti e aiuti da un professore di scuola secondaria.
Il professore, tramite WhatsApp, mandava le risposte durante le prove d’esame ai ragazzi che frequentavano i corsi di economia.
Durante la prova il professore riceveva dagli esaminandi tramite chat una foto del compito, lo svolgeva in diretta e lo inviava con le soluzioni agli studenti.
Proprio durante la prova di un appello d’esame di Ragioneria Generale, le fiamme gialle genovesi si sono presentate in casa del professore per un controllo.
In seguito gli hanno sequestrato lo smartphone con il quale stava chattando in diretta con i suoi studenti impegnati a sostenere l’esame.
Dall’analisi svolta sui dati estrapolati dai devices, nonché dall’analisi della documentazione cartacea sequestrata al professore, sono emersi numerosi casi di aiuti anche per le prove di statistica, ragioneria generale, test di accesso, marketing.
Il professore redigeva anche tesi di laurea da presentare e discutere presso l’Ateneo genovese.
Il docente indagato, per gli aiuti durante i test si faceva pagare 35/40 euro all’ora per un totale di 1.200 euro alla settimana. Nel “pacchetto” era incluso, al termine del ciclo di lezioni private, il sostegno durante l’esame attraverso la chat di WhatsApp.
Per le tesi, invece, il prezzo era di circa 600 euro. L’attività, secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, andava avanti almeno dal 2018.
Al momento risultano 22 studenti coinvolti, ma non è escluso che l’inchiesta possa allargarsi ancora.