Dopo la manifestazione di lunedì sera, stamattina altre 300 persone sono scese in piazza De Ferrari, sfidando il divieto dell’ordinanza della Regione Liguria, per protestare contro l’ultimo Dpcm.
Tra i manifestanti presenti: lavoratori e gestori di palestre e piscine, ristoratori e commercianti. Tutti con la mascherina e opportunatamente distanziati, in molti con cartelli “se lavorare non è più un diritto, pagare le tasse non è più un dovere” oppure “#iosonoessenziale”. In tanti con le chiavi delle proprie attività in mano a simboleggiare la resa.
La preoccupazione serpeggia in piazza, non per le eventuali sanzioni, ma soprattutto per il futuro, per come pagare le bollette e gli affitti, per casse integrazioni che arrivano dopo mesi. Un ristoratore di Via San Vincenzo spiega che: “con lo smart working a pranzo si lavora poco o niente. Si lavorava un po’ di più in serata con gli aperitivi. Ora è come se ci avessero chiuso del tutto”.
Quando il Presidente della Regione Giovanni Toti è sceso in piazza per incontrare i manifestanti è stato accolto dal coro di “lavoro, lavoro, lavoro!”.
Il presidente ha dichiarato che: “sugli orari non possiamo fare nulla perché il governo ha inibito ogni possibilità di emettere ordinanze non restrittive. Sui fondi ho già chiesto alla giunta di trovare tutti i soldi che ci sono. La mia idea è quella di darli ai Comuni perché possano applicare tutti gli sgravi fiscali possibili. Vigiliamo sul governo perché i ristori che ha dichiarato ieri il Presidente del Consiglio arrivino al più presto. C’è ancora un po’ di spazio sul fondo rotativo regionale per la liquidità, quindi chi ha diritto al ristoro del governo, se questo dovesse tardare, potrà accedere al nostro fondo”.
Il governo ha presentato un piano da 5 miliardi per ristorare le perdite dei settori soggetti a chiusura.