Bassi della Maddalena: si prospettano giorni di un futuro passato
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Bassi della Maddalena: si prospettano giorni di un futuro passato

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Si prospettano giorni di un futuro passato per la zona della Maddalena, qualora non vi siano modifiche ulteriori al Piano Urbanistico che la comprende. Questo è il sentimento principale che traspare dalle prese di posizione dei comitati, le associazioni e di molti degli abitanti del quartiere. Preoccupazione che il passato di degrado ed abbandono ritorni; aspetto che trovo a tratti nelle parole di Andrea Piccardo, che intervisto in quanto ex presidente del CIV Maddalena, residente, negoziante e memoria storica del quartiere.

Cos’era prima del 2017 il quartiere della Maddalena?

Io sono nato nel Centro Storico, da figlio di genitori sempre impegnati nelle varie realtà associative presenti. Quando abbiamo aperto il negozio (produzione e vendita di miele – nda), l’idea era quella di creare un presidio in un vicolo degradato. Era presente la prostituzione, ma le nostre premesse erano quelle di creare una convivenza pacifica, di rispetto reciproco. In realtà l’aspetto più invasivo e pesante non erano tanto loro, quanto lo spaccio e la tossicodipendenza. Volevamo creare un angolo di luce dove far resistere un pezzo di Centro Storico.

Col tempo mi sono fatto sempre più prendere dalle situazioni anche politiche della zona, fino a che nel 2007 sono stato eletto presidente del CIV della Maddalena, che in quel momento attraversava un momento di declino, a causa di una situazione molto pesante da sostenere. Parliamo di risse quotidiane, lo spaccio impunito alla luce del sole, ed infine il primo fatto di cronaca nera avvenuto in Via di Posta Vecchia, nel Maggio del 2007.

Questi eventi viaggiavano parallelamente ad un disfacimento del tessuto commerciale nel Centro Storico, che vedeva la fine del “commercio imprenditoriale”, tipo le aziende famigliari, i piccoli laboratori artigianali ect. Si affermava invece un commercio privo di territorialità e votato al solo lucrare, senza una progettualità. Data la situazione insostenibile, decido di alzare il tiro e pretendo che la Vincenzi, sindaco all’epoca, ci ascolti. Cosa che avvenne. Non senza conseguenze.

All’epoca la criminalità era molto presente nel territorio, ed iniziammo a notare una serie di boicottaggi sistematici nei nostri confronti: dalle fughe di notizie, risse che scoppiavano durante le feste che organizzavamo – causate sempre dalle stesse persone, ed orchestrate da terzi. Poi un sostegno avvenne grazie all’intervento del Job Centre e del suo ad, Claudio Oliva, che col suo staff di psicologi e sociologi, iniziarono a studiare assieme a noi la situazione, varando così un percorso partecipato che portò al “Patto per lo Sviluppo per la Maddalena”.

Un altro “segnale” arrivò dal sindaco Vincenzi, che durante una conferenza a Napoli dichiarò che noi pagavamo il pizzo. Ovviamente non era vero, non accadeva da molti anni e non fummo noi a suggerirgli questa uscita; fu un suo azzardo per richiamare l’attenzione sulla situazione del quartiere. Da lì le istituzioni si svegliarono, interessandosi a noi prendendo ad ascoltarci.

Riuscimmo anche a creare un coordinamento tra le forze dell’ordine e noi, nel quale potevamo esporre la complessità del nostro quartiere. Purtroppo il “Patto” iniziò a sciogliersi durante l’amministrazione Doria, per poi ricevere il colpo di grazia finale con l’arrivo della giunta Bucci con i suoi pattuglioni inutili, mortificazioni dei CIV e nessun tipo di confronto ed ascolto delle realtà dei quartieri.

E dal 2017 in poi, con l’insediarsi della nuova Giunta?

La situazione è pure peggiorata.

Riguardo alla questione del PUC, l’Assessore Cenci ha mai risposto alle vostre domande?

L’abbiamo vista e anche sentita poi durante il Lockdown, chiedendole che idee avessero riguardo a questa modifica del PUC. Alle nostre perplessità sulla questione, ha semplicemente risposto:”Ma voi come sapete che non rispetteranno le regole?”. Il punto è che per noi sono cose quotidiane, già viste, che viviamo già. Per fare un esempio: in Via dei Macelli di Sozziglia, avevamo segnalato un abitante che creava degrado vivendo nel retro di un negozio in condizioni di totale mancanza di igiene, per se e per la via. Terrile, consigliere comunale del PD, aveva anche proposto con un emendamento di escludere semplicemente la zona della Maddalena dalla modifica. La sperimentazione della Giunta sarebbe potuta procedere comunque in altre zone. Proposta bocciata, ed anzi, pretesero che venisse perimetrato proprio quel pezzo di territorio, lasciandone inspiegabilmente fuori altre – che fanno però sempre parte del quartiere. Cosa strana se ci pensi.

Senza fare speculazioni politiche, mi chiedo come mai un amministratore non si ponga la domanda di chi comprerebbe un basso. In una zona con le problematiche della Maddalena, dove al momento non sono previsti lavori di riqualificazione.

Questo andrebbe chiesto a loro. Abbiamo provato a chiederglielo ma non ci hanno mai risposto. Anzi, Bucci ci ha dato la sua risposta standard:”Voi non vi preoccupate che gli investitori ce li abbiamo”. Sono tre anni che va avanti cosi, senza mai darci evidenze delle sue affermazioni. E’ il centro della questione. Se non hai bonificato lo spazio dove ci sono già delle persone che ci vivono e lavorano – tipo noi – come puoi pensare che altri vogliano venire a viverci? Con la Vincenzi, si faceva la campagna di derattizzazione che durava tre mesi e dava poi copertura per tre anni, permettendoci di vivere dignitosamente.

Ora abbiamo una situazione di topi che si sentono cosi impuniti da piazzarsi in mezzo alle strade senza paura della gente che passa. Come puoi pensare che un problema simile renda questa zona appetibile a chi arriva da fuori? Persone come me, come le ragazze della libreria in via della Maddalena, affiancano all’attività di vendita servizi e assistenza professionali, perchè con le sole entrate della attività non riusciremmo a tirare avanti.

Conclusioni

La Giunta del “nuovo”, che doveva rompere il dominio “dei rossi” a Genova, pare impantanarsi nel vecchio vizio tutto italiano – e senza colore – della mancanza di dialogo. Nello scegliere il silenzio, piuttosto che fornire argomentazioni e risposte. Cade anche inesorabilmente la figura tanto usata in campagna elettorale de “Lo Sceriffo”, ma forse è meglio cosi. La Maddalena e Genova, non hanno bisogno di sceriffi o di Parodi Caruggi Rangers, ma di ascolto e dialogo che portino il bene della cittadinanza al primo posto.

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