Gli Horti Farnesiani, i primi giardini botanici d’Europa
All’interno del Foro Romano, sulla parte settentrionale del Colle Palatino, gli Horti Farnesiani sono un’opera del Cinquecento immersa nell’antica Roma. Tra templi e marmi di più di duemila anni fa, ci si imbatte passeggiando in un edificio che non c’entra nulla con tutto quello che è intorno, ma che lascia a bocca aperta i visitatori non solo per la sorpresa, ma anche per la sua raffinata bellezza ed eleganza.
I primi giardini botanici d’Europa
Il Cardinale Alessandro Farnese, nipote di papa Paolo III, ne ordinò la realizzazione nel 1537, anno in cui vennero avviati i lavori. Un sistema di terrazze e scale che si arrampicavano sul Palatino in una mescolanza di architetture antiche e rinascimentali su modello degli horti degli antichi Romani, con l’intento di creare uno spazio lussuoso di svago e di riposo, con alberi e piante di ogni genere. Vennero così realizzati i primi giardini botanici privati d’Europa.
Il Ninfeo della Pioggia e le Uccelliere
Qualche tempo più tardi, ai primi del Seicento, Odoardo Farnese, duca di Parma e nipote di Paolo III, fece realizzare il Ninfeo della Pioggia, una stanza semi sotterranea decorata con affreschi e sculture e la Fontana della Pioggia, da cui prese il nome, ideata per dare l’effetto che l’acqua scendesse dal cielo proprio come se piovesse. E’ stato restaurato e riaperto al pubblico nel 2023, dopo decenni di chiusura e due anni di lavori.
Tra il 1627 ed il 1635 fece poi costruire una Uccelliera in corrispondenza dell’altra già esistente, realizzando una perfetta simmetria tra le due stanze, alle quali si poteva arrivare attraverso tre scalinate che partivano dai lati del Fontanone, un sistema di architetture sovrapposte e terrazzate che permettevano di salire e scendere nei diversi giardini. Vennero inoltre realizzate delle decorazioni a graffito e a stucchi da Giovanni Battista Magni, il Modanino e aggiunte piante ed uccelli esotici per rendere ancora più particolari ed eleganti gli Horti.
Il declino
Verso la metà del Seicento, la corte venne trasferita a Parma e nessun membro della famiglia Farnese rimase a vivere sul Palatino. Ebbe così inizio un periodo di declino per i giardini, in un primo momento convertiti in azienda agricola, la Reale Azienda Farnesiana. La proprietà passò poi ai Borbone quando l’ultima discendente dei Farnese, Elisabetta, sposò nel 1714 Filippo V di Spagna. Infine, nel 1861, Napoleone III comprò l’intera proprietà e avviò una serie di scavi archeologici, smantellando tutti gli alberi e le piante che ornavano i giardini.
La ripresa degli scavi nel Novecento
Il governo italiano acquistò gli Horti nel 1870 e nei primi del Novecento fu affidata all’archeologo Giacomo Boni la direzione degli scavi iniziati nel 1876 dal Lanciani. Vennero curati di nuovo anche i giardini e riportate le piante esotiche come un tempo.
Seguì un nuovo e lungo periodo di abbandono fino ad arrivare alla chiusura degli Horti nel 1988. Nel 2018 vennero riaperti insieme alle Uccelliere, al Teatro del Fontanone e al Casino dei Fiori.
I grandi romantici
Gli Horti sono stati spesso citati dai più importanti intellettuali che si recavano a Roma per il Grand Tour, e che rimanevano affascinati dalla bellezza e dall’eleganza che caratterizzavano fin da allora questo luogo. Da Turner, che dipinse gli Horti nei suoi acquerelli, a Goethe, che nel 1787 nelle sue pagine del “Viaggio in Italia” lo descrisse come un luogo talmente ricco di bellezza, che incantava alla vista con un …panorama di inaudita ricchezza….
E come loro anche noi oggi, passeggiando per gli Horti Farnesiani ed il Foro, ci ritroviamo indietro nel tempo, immersi nella storia in uno dei siti archeologici più suggestivi di Roma e del mondo.
Photo credit: Laura Spadella