In questi ultimi due anni la mobilità alternativa ha dato il meglio di sé proponendo ai cittadini una gamma di dispositivi originali ed insoliti. Monopattini, Segway, one well, balance bike, ma soprattutto la vecchia cara bicicletta nella variante elettrica o E-bike.
Questo veicolo, partito in sordina dieci anni fa, si è talmente imposto sul mercato che ha obbligato il legislatore ad aggiungere all’art. 182 del codice della strada la direttiva europea 202 /24/ CE.
Le bici elettriche, proposte in alternativa ai mezzi pubblici e privati, si sono immediatamente ritagliate uno spazio importante nel mercato in un momento in cui il contatto con i propri simili era sconsigliato dai medici.
Il ritorno della bici sulle strade di tutte le città del vecchio continente ha prodotto un benefico effetto sul traffico ma anche sull’ambiente.
Un studio della European Cyclists’ Federation ha determinato la “carbon footprint” delle biciclette rispetto a tutti gli altri mezzi di trasporto. Ed è emerso che, se tutti i cittadini utilizzassero la bici per i loro spostamenti in una percentuale come quella di Danimarca e Olanda, l’obiettivo “Europa 2020” proposta dagli accordi di Parigi sarebbe già raggiunto.
L‘Eco bonus del governo nel 2019 ha certamente fatto da detonatore a questa nuova tendenza. Ed infatti nel 2020 sono state vendute 1.7 milioni di bici con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente.
La bici rimane tuttavia un veicolo fragile e il ciclista è fortemente esposto a rovinose cadute se e quando non viene rispettato nel suo diritto di pedalare nelle stesse via ove transitano tutti gli altri veicoli. Da qui la necessità di continuare ad implementare il numero di kilometri di piste ciclabili in città.
Ecco quindi che diventa sempre più importante lavorare sulla sicurezza attiva e passiva anche di questi veicoli.
Attraverso l’adozione di accorgimenti vari tra cui i sistemi di illuminazione frontali e posteriori, che oggi possono utilizzare la tecnologia Led. Nuovi avvisatori acustici elettronici, ed impianti di frenatura più efficienti e proporzionati al peso del veicolo e del pilota.
Va da sé che ogni nuovo elemento teso ad amplificare la percezione della presenza del ciclista deve essere visto con simpatia poiché potrebbe servire a scongiurare l’incidente.
Segnaliamo che proprio in risposta a questa esigenza è oggi disponibile nel mercato un casco innovativo che, oltre ad assolvere alla sua principale funzione protettiva, consente al ciclista di fornire in automatico alcune basilari informazioni a chi lo segue.
Variazioni di direzioni e repentine frenate sono evidenziate nel casco attraverso luci led integrate nel copricapo.
La tecnologia giroscopica, inserita nel casco, consente oggi di inviare un segnale alla centralina in maniera inequivocabile con il solo movimento del capo trasformando il messaggio in un segnale luminoso chiaro e preciso.
Finisce quindi l’era del braccio disteso utilizzato per segnalare i cambi di direzione. Da oggi il manubrio sarà sempre saldamente controllato dall’impiego di entrambe le mani. E questo si traduce in un aumento della sicurezza del ciclista.
A tal proposito ricordiamo che nel 2019 hanno perso la vita 253 ciclisti e che, purtroppo, solo nel primo trimestre del 2020 sono deceduti altri 44 ciclisti segnando un incremento del 15%.
Ricordiamo ancora una volta che la prudenza non è mai troppa.