Presentato ieri alle 12 nell’Aula Magna di Balbi 2 il nuovo corso “Musica Pop: senso critico, omologazione e industria” che terrà Ivano Fossati presso l’Università di Genova. All’evento ha presenziato una folla di studenti, con tanto di persone sedute a terra e molti che hanno seguito da fuori.
Si tratta di un insegnamento trasversale da 2 CFU, articolato in 12 lezioni, accessibile a tutta la comunità studentesca dell’Università genovese, che affronta l’influenza degli avvenimenti storici e di costume sulla composizione della musica pop/discografica, indagando in particolare il tema della musica leggera come specchio della realtà. Il corso è la naturale prosecuzione del laboratorio “Linguaggi, figure professionali e meccanismi produttivi della canzone” tenuto tra il 2016 e il 2018. Al termine di questa iniziativa, il cantautore aveva ricevuto la laurea honoris causa.
Fossati: «Il mio corso all’università di Genova non sarà una passeggiata»
Il ritorno del grande artista italiano dietro a una cattedra dell’Università di Genova è diventato occasione d’incontro com la cittadinanza. L’evento di ieri è stato organizzato dalla Scuola di scienze umanistiche a cui partecipa lo stesso Fossati insieme a Nicoletta Dacrema, prorettrice vicaria, Claudio Carmeli, prorettore alla formazione, Raffaele Mellace, preside della Scuola di scienze umanistiche, Duccio Tongiorgi, direttore del Dipartimento di italianistica, romanistica, antichistica, arti e spettacolo – DIRAAS, e Simona Morando, coordinatrice del corso di laurea in Lettere.
«Questo corso non sarà una passeggiata», ha spiegato Ivano Fossati, «perché il parlare di musica pop può far pensare che si tratti di qualcosa di facile o di qualcosa che sappiamo già. Invece è molto più complicato e si andrà molto più in profondità anche con l’aiuto dei ragazzi stessi».
Per il cantautore e compositore genovese l’insegnamento sarà una sfida molto coinvolgente: «Mi aspetto molto da questa esperienza perché ricordo i due anni che ho passato in Università facendo i laboratori. Li ho terminati dicendo: “vado via più ricco degli studenti”. Ero assolutamente convinto di aver avuto più io da loro che il contrario».
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