I rappresentati del Patto di Suddiarietà del Sestiere del Molo annunciano che presto partirà il cantiere per trasformare uno spazio abbandonato a Santa Sabina, nel quartiere del Ghetto genovese, in una palestra di roccia.
L’area in questione è quanto rimane di un palazzo crollato in seguito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale e mai ripristinato che dà su Vico degli Adorno, alle spalle di Piazza Santa Sabina. Nella stessa zona si affaccia la Casa della Giovane, un polo di servizi sociali gestito grazie a una collaborazione tra Fondazione Auxilium, Coop. Soc. Il Melograno e Università degli Studi di Genova. Purtroppo però l’area è nota anche per giri molto meno raccomandabili.
Il Ghetto di Genova è balzato tristemente alla cronaca negli ultimi mesi per la situazione difficile che si trovano a vivere residenti e commercianti. Questo quartiere del centro storico, che prende il nome dal periodo in cui effettivamente ospitava la popolazione ebraica, è diventato infatti una delle peggiori piazze di spaccio del crack della città.
Tra aggressioni ai residenti anche in pieno giorno, minacce ai ristoratori e tante situazioni di degrado, la popolazione chiede aiuto da tempo un intervento alle istituzioni.
Lo spaccio si è spostato nel Ghetto dopo l’intensificarsi dei controlli a Sottoripa
L’aggressione tra due spacciatori a Caricamento a marzo, in cui uno dei due aveva attaccato l’altro con un machete per prendere un punto di spaccio, ha fatto in modo che in Sottoripa ci sia un controllo stabile da parte delle Forze dell’Ordine. Il problema tuttavia non è stato eliminato, ma si è solo spostato di qualche strada all’interno del centro storico.
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Si crea così un circolo vizioso però: più un quartiere diventa famoso per fatti di criminalità e più le persone avranno paura di attraversarlo o recarcisi, lasciando quindi ancora più spazio al sommerso che ruota intorno alla droga.
Il recupero dello spazio abbandonato a Santa Sabina può essere dunque una spinta a portare un traffico positivo nel Ghetto. Ne è sicuro Christian Spadarotto, presidente dell’associazione Via del Campo e Caruggi Aps che sul suo profilo Facebook si è mostrato molto emozionato:
«Circa tre anni fa proponemmo l’idea di realizzare una palestra di roccia in questo spazio abbandonato dopo i bombardamenti della guerra, in Santa Sabina. In questi giorni sono arrivati i ponteggi per l’apertura del cantiere: realizzare qui un centro sportivo aperto e accessibile a tutti i ragazzi, e non solo, assume un valore ancora più importante. Ringrazio tutti a partire dai tecnici che all’epoca hanno saputo accogliere e sviluppare questo difficile e ambizioso progetto. Grazie a tutti gli amici dell’associazione con i quali abbiamo creato un gruppo di lavoro magico, persone davvero speciali. Mi viene da piangere, la felicità oggi non si può scrivere».
Spadarotto alcune settimane fa aveva proposto un’iniziativa semplicissima in Vico Untoria per contrastare l’alone di paura intorno al Ghetto. Un tavolino e due sedie nel vicolo, dove fermarsi, parlare, sedersi e recuperare una dimensione di normalità.