Periti omicidio Scagni: scontro tra periti in vista dell’udienza del 22 dicembre in cui si discuterà la perizia psichiatrica di Scagni. Dalla relazione del medico legale, inoltre, si parla di “overkilling”.
Il 22 dicembre è prevista l’udienza in cui si discuterà la perizia psichiatrica di Alberto Scagni, il 42enne che uccise con 20 coltellate la sorella Alice lo scorso maggio. Ma la vera partita si sta giocando già in questi giorni: è infatti scontro aperto tra i periti che sono stati chiamati a stabilire le facoltà mentali dell’uomo al momento del delitto.
Periti omicidio Scagni: le posizioni
Elvizio Pirfo – perito del giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni – sostiene che Alberto fosse seminfermo ma capace di stare in giudizio.
Di altro avviso il perito della famiglia che sostiene che Alberto fosse totalmente incapace di intendere e di volere mentre per il perito della procura Giacomo Mongodi Alberto era pienamente capace.
A fare particolarmente discutere sono le posizioni di Mongodi.
Il medico legale torinese – che già si occupò della perizia di Annamaria Franzoni – accusa Mongodi di formulare: “molte affermazioni che risultano essere più invettive astiose che argomentazioni cliniche e medico legali.”
Anche Pirfo si scaglia contro Mongodi dichiarando che:
La perizia psichiatrica non è il processo e il perito come i consulenti di parte devono sempre rimanere nei limiti dell’osservazione psichiatrica, avendo pieno rispetto umano per la vittima e per il periziando, oltre che rispetto professionale per gli altri colleghi.
Quindi secondo il perito del gip le affermazioni di Mongodi: “non sono condivisibili per metodo e soprattutto per analisi clinica e conclusioni psicoforensi“.
Inoltre l’avvocato della famiglia Fabio Anselmo ha depositato la relazione del medico legale di parte, svolta dal direttore del dipartimento di salute mentale della Asl di Torino, Roberto Testi.
Dalla relazione emerge un fatto inquietante: per descrivere la dinamica dell’omicidio il direttore Testi parla di overkilling, cioè di un omicidio in cui il numero delle ferite inflitte è di gran lunga superiore al numero di quelle mortali.
L’espressione overkilling descrive un tipo di omicidio associato all’esistenza di un rapporto stretto tra aggressore e vittima – in questo caso fratello e sorella – legato anche all’abuso di droghe e alla schizofrenia.
Ancora Testi spiega: “nonostante l’80/85% degli omicidi siano commessi da soggetti mentalmente sani, la modalità degli omicidi compiuti da pazienti psichiatrici viene associata alla schizofrenia e all’uso di arma bianca. Inoltre esiste una correlazione stretta tra la patologia psichiatrica e parenti stretti“.
Francesca Galleano
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