Il consiglio dei ministri si è riunito il 4 novembre e ha prodotto il cosiddetto “decreto ministeri“.
All’ordine del giorno alcuni cambiamenti di nomenclatura, tra cui il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, ora nominato nuovamente “Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.”
La rettifica sul nome si intreccia con la fondazione del Comitato interministeriale per le politiche del mare (Cipom), con compiti di coordinamento e di definizione degli indirizzi strategici nel settore. Tale comitato dovrebbe dunque integrare – c’è chi direbbe ‘soppiantare’ – le competenze del Ministero del Mare e ne conferma, come già sottolineato in passato dallo stesso Musumeci, la sua natura trasversale.
Il decreto ministeri istituisce il Cipom
A leggere il decreto, sembra che i diversi ministeri perdano una parte sostanziosa di competenze sul mare, in favore del neonato organo. Questo provvederà infatti alla “elaborazione e approvazione del Piano del mare, con cadenza triennale, contenente gli indirizzi strategici in materia di:
- tutela e valorizzazione della risorsa mare dal punto di vista ecologico, ambientale, logistico, economico;
- valorizzazione economica del mare con particolare riferimento all’archeologia marittima, al turismo, alle iniziative a favore della pesca e dell’acquacoltura e dello sfruttamento delle risorse energetiche;
- valorizzazione delle vie del mare e sviluppo del sistema portuale;
- promozione e coordinamento delle politiche volte al miglioramento la continuità territoriale da e per le isole, al superamento degli svantaggi derivanti dalla condizione insulare e alla valorizzazione delle economie delle isole minori;
- promozione del sistema-mare nazionale a livello internazionale, in coerenza con le linee di indirizzo strategico in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese italiane;
- valorizzazione del demanio marittimo, con particolare riferimento alle concessioni balneari.
Tutte le scelte di indirizzo rilevanti, dunque, saranno in seno al comitato, il quale è istituito direttamente “presso la Presidenza del Consiglio dei ministri”
Il Cipom sarà composto da “Autorità delegate per le politiche europee, le politiche di coesione e il coordinamento del Pnrr, ove nominati e dai ministri degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, della Difesa, dell’Economia e delle Finanze, delle Imprese e del made in Italy, dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, delle Infrastrutture e dei Trasporti, della Cultura e del Turismo”, ma non dal Ministro del mare.
A tutti qualcosa , ma niente a Musumeci
Non vi è dubbio, a questo punto, che il Governo abbia deciso di rendere il mare un tema centrale. Rimane la perplessità in merito ad un ministero, quello in capo a Musumeci, che a questo punto pare proprio svuotato di contenuti concreti. Se è vero che l’istituzione del Cipom manda un indubbio segnale di interesse per il tema, è vero anche che potrebbe celare una soluzione di compromesso per i conflitti sulle deleghe. Creando un comitato a cui partecipano tutti e tre i partiti della maggioranza e capitanato dalla Presidenza del consiglio, si taglierebbe la proverbiale testa al toro, dando a tutti qualcosa, ma a nessuno abbastanza.
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